giovedì 21 ottobre 2021

La distruzione della ragione è un atto reazionario.


 

“Diventando l’amico di una di loro sarei penetrato- come un pagano raffinato o un cristiano scrupoloso tra i barbari-in una società che mi avrebbe ringiovanito, in cui regnavano la salute, l’incoscienza, la voluttà, la crudeltà, l’inintellettualità, la gioia”  (Proust, all’ombra delle fanciulle in fiore, p. 433)

 

“Elstir si spogliava di fronte alla realtà di tutte le nozioni dell’intelligenza (Proust, all’ombra delle fanciulle in fiore, p. 443)

 

 

Cfr. L’eremita dei Primi Poemetti di Pascoli

“Pregava all’alba il pallido eremita

“Dio non negare il sale alla mia mensa,

non negare il dolore alla mia vita.

 

Ma nel dolore che quaggiù dispensa

la tua celeste provvidenza buona,

a  me risparmia il reo dolor che pensa” (vv-1-6)

 

Cfr anche  La distruzione della ragione di Lukács il quale collega la volontà di negare la ragione a una visione tutt’altro che progressista, anzi il più delle volte, reazionaria: “Si nega la ragione o si proclama la sua impotenza (Scheler), in quanto la realtà stessa, la vita vissuta dal pensatore, non mostra alcun movimento progressivo verso un avvenire degno di approvazione, alcuna prpspettiva di un futuro migliore del presente” (G. Lukács, La distruzione della ragione, II, p. 767).

 

Lukács vede in Dioniso, nel Dioniso interpretato da Nietzsche il paradigma mitico della classe dominante che si è trasformata da decadente in attivista. “Dioniso è il simbolo mitico di questa conversione della classe dominante…il predominio dell’istinto sull’intelletto e sulla ragione (perciò nell’opera giovanile la figura di Socrate è contrapposta a Dioniso…Dioniso appare come il simbolo della decadenza gravida dell’avvenire e degna di approvazione, della decadenza dei forti, in opposizione al fiacco e deprimente pessimismo (Schopenhauer) e alla liberazione degli istinti con accenti plebei (Wagner)…Il dio di questa decadenza “riscattata” e convertita in attività è Dioniso; sue caratteristiche sono crudeltà e sensualità” (La distruzione della ragione, pp. 399-400)

Le cinciarelle che frullano azzurre o canute, e  altri augelli contenti che fanno mille giri tra il cielo e la nostra terra liberata ormai del tutto dal virus che uccide solo Inglesi e Russi, giustamente puniti siccome improvvidi, sono altrettanti profeti di questa volontà di annientare ragione.

 

Bologna 21 ottobre 2021 ore 17, 43

 

giovanni ghiselli

 

p. s

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