Eracle domanda: “dov’è Agatone?”
Dioniso risponde che jAgaqwvn è ajgaqo;ς poihthv" (Aristofane, Rane, 84)-nomen omen.
Magari Aristofane ci mette anche un po’ della sua ironia siccome questo tragediografo era stato deriso come omosessuale nelle Tesmoforiazuse.
Agatone è il festeggiato del Simposio di Platone.
Questo dialogo venne composto presumibilmente fra il 387 e il 377 a. C. ma è ambientato nel 416 in casa del poeta Agatone il giorno dopo che questo ha vinto il premio al miglior dramma con la sua prima tragedia rappresentata alle Lenee in febbraio- secondo Ateneo ( Deipnosofisti, 217A).
E’ un dialogo sull’amore. Sentiamo quello che dice Agatone.
Quanti insultano e criminalizzano l’amore-omo ed etero sessuale- dovrebbero leggere queste parole
Eros è il più bello e nobile tra gli dèi. E' anche il più giovane: infatti fugge di corsa la vecchiaia. Egli genera concordia: e se ci fosse stato lui nei tempi primordiali non ci sarebbero state amputazioni né avvenuti incatenamenti:" ejktomai; oujde; desmoiv"(195c). Amore è delicato (aJpalov"), ma gli manca un poeta come Omero che rappresenti la sua delicatezza. Egli si insedia nelle anime fini e delicate, mentre si allontana dai cuori duri. Inoltre è bello e cerca bellezza: infatti tra amore e bruttezza c'è una guerra continua. Passa la sua esistenza in mezzo ai fiori. La sua virtù sta nel fatto che il dio non fa e non riceve torti (ou[t j ajdikei' ou[t j ajdikei'tai). Oltre che di giustizia è dotato di somma temperanza (196c): infatti, essendo più forte di tutti gli altri piaceri e istinti, li domina. Quanto a coraggio, neppure Ares resiste ad amore.
Inoltre amore rende poeta chi lo prova. Eros insegna tutte le arti. Ciò che questo dio non tocca rimane nella tenebra (Platone, Simposio, skoteinov" 197a). Dall'amore della bellezza ha preso origine ogni cosa buona fra gli dèi e fra gli uomini. Egli ci vuota di ogni ostilità e ci riempie di ogni fratellanza e "prepara tali incontri tra noi per metterci insieme e diventa nostra guida nelle feste, nei cori, nei sacrifici" (197d), ispira mitezza, è timoniere, compagno e salvatore supremo nella fatica, nella paura, nel desiderio, nella parola (197e).
E’ una riabilitazione rispetto alle tante calunnie dei detrattori di Eros.
Da qualche tempo Agatone mi ha abbandonato e se ne è andato, sicché manca alle persone di buon gusto, chiarisce Dioniso- poqeino;" toi`" sofoi`" (Rane, 84).
Il tragediografo si era recato a Pella in Macedonia dove morì verso il 401.
giovanni ghiselli
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