Proust e Leopardi
“La felicità non può attuarsi mai. Anche se le circostanze vengono superate, la natura trasporta la lotta dall’esterno all’interno e, a poco a poco, muta il nostro cuore abbastanza perché desideri una cosa diversa da cò che gli vien dato di possedere” (Proust All’ombra delle fanciulle in fiore, p. 213).
Non ho fatto questa esperienza. Con alcune donne sono stato del tutto felice, magari per un solo mese o una stagione sola, ma compiutamente felice tanto che i succhi di quella felicità mi nutrono ancora.
Leopardi invece la pensa in questa maniera negativa della felicità
“Sola nel mondo eterna, a cui si volve
ogni creata cosa,
in te morte, si posa
nostra ignuda natura;
lieta no ma sicura
dall’antico dolor
(…)
Lieta no ma sicura;
però ch’esser beato
nega ai mortali e nega a’ morti il fato”
Il coro di morti nello studio di Federico Ruysch .
Operetta morale Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie.
Echilo e Proust
tw/' pavqei mavqo", Eschilo, Agamennone, parodo, v. 177, attraverso la sofferenza, la comprensione.
E, poco più avanti :"goccia invece del sonno davanti al cuore/il penoso rimorso, memore delle pene inflitte; e anche/sui recalcitranti arriva il momento della saggezza" ( kai; par j a[-konta" h\lqe swfronei'n , Agamennone, vv. 179-181).
“Divka de; toi'~ me;n paqou'-sin maqei'n ejpirrevpei” (Agamennone, vv. 250-251), Giustizia fa pendere comprensione verso quelli che hanno sofferto.
“Si diventa morali appena si è infelici (…) I castighi si crede di evitarli, perché stiamo attenti alle carrozze quando si attraversa la via, perché evitiamo i pericoli. Ma ve ne sono di interni. L’incidente viene dalla parte cui non si pensava, dal di dentro, dal cuore”. (Proust All’ombra delle fanciulle in fiore, p. 219)
Bologna 21 ottobre 2021, ore 10, 34
Condivido questo pensiero per averlo vissuto nei fatti.
giovanni ghiselli
p. s.
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