domenica 31 ottobre 2021

Aristotele critica la democrazia radicale degli Ateniesi.


Lo Stato assistenziale poi una specie di dittatura del proletariato

Mi scuso per l’assenza del greco: il computer tra ieri e oggi mi ha dato molti dispiaceri

Aristotele nella Costituzione degli Ateniesi (24) ricorda che oltre 20 mila cittadini erano mantenuti grazie ai tributi,  alle tasse e agli alleati: 6000 giudici, poi 1600 arcieri, 1200 cavalieri, i 500 buleuti, 50 guardie dell’acropoli, 500 custodi degli arsenali, 700 in altre cariche interne, 700 in cariche oltre confine, 2500 opliti, 20 navi guardia coste, altre navi che portavano i tributi, altri 2000 uomini sorteggiati e ancora il Pritaneo e le guardie carcerarie.

Tutti costoro vivevano a spese della città.

Insomma la polis era nello stesso tempo imperialistica all’esterno e assistenziale con i propri cittadini.

 

Nella Politica (1292-1293) Aristotele scrive che dove le leggi non prevalgono, non c’è nemmeno la costituzione 1292a.

In Atene si arrivò a una democrazia dove tutti potevano partecipare alla  vita politica a causa della supremazia della massa e vi prendevano parte soprattutto i poveri siccome hanno molto tempo libero e prendono uno stipendio che permette di vivere senza lavorare.  La massa non è ostacolata dalla cura dei propri affari privati, un impegno che invece impedisce ai ricchi di prendere parte all’assemblea e all’attività dei tribunali .

In questa situazione è la massa dei poveri che diventa padrona della costituzione (1293a)

Bologna 31 ottobre 2021 ore 20, 36-ora solare

giovanni ghiselli

 

 

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