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Parabasi 614 - 705
Il coro dei vecchi dice di sentire puzzo di tirannide.
I coreuti temono che certi Laconi si riuniscano in casa di Clistene per
aizzare le donne odiose agli dèi e abbattere lo stato assistenziale che dà loro
il misqovn, il salario con il quale
campano.
Clistene era un noto omosessuale come abbiamo visto nelle Rane.
Sento dire che il figlio di Clistene tra le tombe si spiuma il culo (prwkto;n tivllein eJautou', Rane, 424) e
si strappa le guance.
Il corifeo dice che con gli Spartani non è possibile una
riconciliazione: di loro ci si può fidare come del lupo con le fauci
spalancate.
Cfr. l’Andromaca di Euripide e la sua propaganda antispartana.
Nell’Andromaca di Euripide la protagonista eponima lancia un anatema
contro la genìa dei signori del Peloponneso, chiamati:" o i più odiosi tra
i mortali (e[cqistoi brotw'n) per
tutti gli uomini, abitanti di Sparta, consiglieri fraudolenti, signori di
menzogne, yeudw'n a[nakte~ tessitori
di mali, che pensate a raggiri e a nulla di retto, ma tutto tortuosamente,
senza giustizia avete successo per la Grecia (vv.445 - 449).
Anche la voglia di pace delle donne sarebbe una trama per la tirannide
secondo il corifeo ajlla; tau'q j u{fhnan
ejpi; turannivdi (630 - uJfaivnw,
tesso).
Ma non si lascerà tiranneggiare:
starò all’erta - fulavxomai 631 - e
si armerà come il tirannicida Aristogìtone che uccise Ipparco nel 513. Porterà
la spada nascosta in un ramo di mirto. Ha voglia di prenderà a cazzotti nelle
mascelle la vecchia.
La corifea propone alle donne del coro di togliersi i mantelli.
Il coro di donne canta ricorda le feste ateniesi nelle quali ciascuna
di loro ha avuto parti importanti.
Vogliono iniziare a dire parole utili per la città poiché ha allevato
ciascuna splendidamente nel lusso - ejpei;
clidw`san ajglaw`" e[qreye me - (640)
A sette anni furono arrèfore che
portavano i simboli di Atena in processione, poi ajletriv"
- ajlevw - quelle che macinavano il grano del campo sacro per le focacce
da offrire alla dea, poi portarono la stuola gialla to;n krokwtovn da orsa (a[rkto")
nelle Brauronie in onore di Artemide, quindi, diventata belle ragazze, fecero
le canefore con la collana di fichi secchi. Portavano la cesta con gli arredi
sacri e le offerte nelle Panatenee,
La corifea commenta che per questo è debitrice di buoni consigli alla
città.
Rimprovera i miserabili vecchi di avere scialacquato il patrimonio
materiale e morale delle guerre persiane. Li minaccia di prenderli a calci in
faccia.
Il coro dei vecchi risponde che davanti all’insolenza grande (u{bri" pollhv) delle donne l’uomo con
i coglioni (ejnovrch" ajnhvr,
661) deve difendersi (ajmuntevon).
Togliamoci le tuniche: to;n a[ndra
dei' - ajndro;" o[zein eujquv" - 662, l’uomo deve avere odore
di uomo immediatamente.
Ora bisogna tornare giovani ora - nu'n dei' nu'n ajnhbh'sai pavlin - e
dare ali a tutto il corpo kajnapterw'sai - pa'n
to; sw'ma, e scuoterci di dosso questa vecchiaia kajposeivsasqai to; gh'ra" tovde - 669 - 670.
Il corifeo teme che queste donne nemiche si mettano a costruire navi
per combattere naumacei'n e muovere
all’arrembaggio plei'n contro di noi
w[sper jArtemisiva (675).
La regina di Alicarnasso che
seguì Serse a Salamina (v.675, cfr. Erodoto VII, 99; VIII 87 - 88
Quando Serse I di Persia invase la Grecia nel 480 a.C., dando inizio
alla seconda guerra persiana, Artemisia partecipò alla spedizione in quanto
alleata e vassalla del gran re. La regina partì al comando delle sue cinque
triremi e si unì al resto dell'imponente flotta persiana, che contava oltre
mille navi. Secondo Erodoto, Artemisia era l'unica comandante di sesso
femminile di tutte le forze armate radunate da Serse e le sue triremi avevano
la miglior reputazione di tutta la flotta, seconda solo a quella delle navi
provenienti da Sidone. Artemisia partecipò alla battaglia di Capo Artemisio
contro la coalizione ellenica, guidata dall'ateniese Temistocle e dallo
spartano Euribiade. Questa battaglia navale, che fu combattuta
contemporaneamente alla battaglia delle Termopili nell'agosto del 480 a.C., si
risolse senza né vinti né vincitori. Artemisia, secondo Erodoto, si distinse in
essa in modo "non inferiore" agli altri comandanti persiani.
Se poi le donne si danno all’equitazione è finita, iJppikwvtaton ga;r ejsti crh'ma gunhv
(677), la donna è assai portata all’equitazione: si tiene ferma in sella e non
scivola quando il cavallo corre
guarda le Amazoni, come le dipinse Micone mentre combattono a cavallo
contro gli uomini. Bisogna prenderle per il collo e adattare questo alla gogna
680 - 681
Micone (V sec.) decorò il tempio dei Dioscuri di Atene, dipingendovi il
Ritorno degli Argonauti. In collaborazione con Polignoto decorò il Theseion con
scene della vita di Teseo e sempre in collaborazione con Polignoto e Paneno
partecipò alla decorazione della Stoà Pecile, dove dipinse una Maratonomachia e
una Amazzonomachia; gli Ateniesi gli inflissero una multa di trenta mine per
aver rappresentato i Persiani più grandi dei Greci. I temi affrontati sono
tipici dell'età cimoniana, soggetti caratterizzati dal movimento e dall'azione,
dove Micone sembra aver portato alcune innovazioni compositive nella
disposizione delle figure e negli elementi paesistici. Si servì per le sue
opere dei quattro colori tradizionali (nero, bianco, rosso e giallo).
Dell'attività di Micone quale bronzista riferisce Plinio il Vecchio (Nat.
hist., XXXIV, 88, 2): gli sono attribuite una statua del campione olimpico
Callia, vincitore del pancrazio nel 472 a.C., e una statua equestre dedicata sull'acropoli
di Atene, della quale resta parte della base con iscrizione, datata intorno al
440 a.C.
Il coro delle donne minaccia di slegare la cinghiala che ha dentro - luvsw th;n ejmauth'" u|n ejgwv - 684
per odorare di femmine inferocite fino a mordere wJ"
a]n o[zwmen gunaikw'n aujtoda;x wjrgismevnwn (687)
Possiano fare come lo scarabeo che ha distrutto le uova dell’aquila
(cfr. Esopo).
La corifea ribadisce la solidarietà panellenica delle donne ricordando
l’amicizia con la spartana Lampitò e con la tebana Ismenia.
Quindi ricorda il decreto che impediva importazioni di anguille dalla
Beozia. Il giorno prima non aveva potuto fare baldoria in onore di Ecate dia; ta; sa; yhfivsmata (703) a causa dei
tuoi decreti.
Si ricordi che negli Acarnesi, Diceopoli dopo avere ha fatto una pace
separata riceve un tebano che gli offre la sua mercanzia: il contadino è
attirato soprattutto dalle anguille di Copaide, un lago della Beozia, oggi
prosciugato:
"o tu che porti la leccornìa più gradita agli uomini,
permetti che io saluti le anguille, se davvero le porti"v(881 -
882).
Ma questi decreti faranno male a chi li ha decretati (Lisistrata, 705)
Pesaro 5 settembre ore 10, 26
giovanni ghiselli
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