“Lasciare anche una sola goccia nel piatto sarebbe stata la stessa prova di scortesia che alzarsi prima del termine della sonata in faccia al compositore” (Proust, La strada di Swann, p. 77)
La feccia della piccola borghesia quando va al ristorante o nelle mense ordina di tutto e di più, quindi lascia metà delle porzioni nel piatto. Sistematicamente per fare credere di essere doviziosa, facoltosa ed elegante. Questo ho visto ego ipse oculis meis.
In un inserto di “la Repubblica” del 14 ottobre 2021 a pagina 35 c’è un articolo intitolato “La mia sfida antispreco” di Martina Liverani.
Copio le prime parole: “Nelle case italiane si getta mediamente l’11% del cibo acquistato. Il dato è stato diramato da Coldiretti in occasione del G20 dell’Agricoltura, nell’ambito di una ricerca sugli scarti alimentari che ha fatto luce sui circa 67 chili di cibo pro capite sprecati ogni anno nelle cucine domestiche , per un totale di oltre 4 milioni di tonnellate”.
La ripresa economica tanto decantata e vantata in questi giorni, se davvero ci sarà, accrescerà lo spreco di tutto e l’inquinamento.
giovanni ghiselli
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