lunedì 18 ottobre 2021

Rileggo Proust

 

Quando leggo o rileggo Proust trovo diverse pagine poco significative, anche appesantite da periodi lunghi e contorti.

Ma ogni tanto mi imbatto in dei gioielli. Li presenterò al mio caro pubblico di Cento sabato possimo, 23 ottobre.

 

“Essere una gran dama significa recitare la parte della gran dama che è in una certa misura recitare la parte della semplicità. Ed è una parte che costa molto cara: tanto più che la semplicità suole incantare veramente solo quando gli altri sanno che voi potreste benissimo anche essere superbi, cioè che siete molto ricchi” (I Guermantes, p. 270)

 

Arricchire e nobilitare Proust con il metodo comparativo.

 

Ai puri tutto è puro ( I Guermantes p. 290)

Cfr.  la Lettera a Tito di Paolo I, 15 “panta kaqara; toi`" kaqaroi`" - omnia mnda mundis” – .  

Cfr. anche I Promessi sposi capitolo VIII.

Lo dice padre Cristoforo “voltandosi tutt’a un tratto a fra Fazio , e dimenticando che questo non intendeva il latino”.

 

“Ci sono mali da cui non bisogna cercar di guarire, perché essi soli ci proteggono contro altri più gravi” (p. 314)

 

“Per un’affezione che guariscono con i loro medicamenti i medici ne provocano altre dieci, in molti soggetti sani, inoculando in loro quell’agente patogeno, cento volte più virulento di qualunque microbo , che è l’idea della malattia” (327)

Se i no vax conoscessero queste parole, potrebbero avvalersene. Ma non le conoscono.

 

“Il mondo non è stato creato una sola volta ma tutte le volte che è sopraggiunto un artista originale” (354)

 

“La nebbia, fin dal mio risveglio, aveva fatto di me , invece di quell’essere centrifugo che siamo nelle belle giornate, un uomo ripiegato su se stesso, desideroso dell’angolo di un camino e di un letto da dividere con qualcuno: Adamo freddoloso in cerca di una Eva sedentaria” (p. 374)

 

Albertine, la signora di Guermantes e Gilbert: “tre donne che avevo amate. Mi dissi che la nostra vita sociale è, come lo studio di un atista,  piena di opere abbozzate e abbandonate (…) Qualche volta, se l’abbozzo non è troppo antico può capitare che lo riprendiamo  e che ne facciamo un’opera del tutto diversa, e forse anche più importante di quella che avevamo progettato da principio” 422

 

Di fronte a una circostanza nuova Saint Loup da uomo elegante quale era sapeva trovare il movimento che essa esige e aveva il talento di manifestarsi libero dagli ostacoli che avrebbero paralizzato tanti giovani borghesi. Le preoccupazioni erano cancellate da un che di sdegnoso che certo egli non aveva mai provato nel suo cuore, ma aveva ricevuto per eredità nel suo fisico. Il suo corpo non era “opaco e oscuro ma limpido e significativo. Da esso trasparivano come da un’opera d’arte l’efficace potenza che l’ha creata. I suoi movimenti erano leggeri e pieni di grazia come quelli dei cavalieri su un fregio architettonico.

Nella sua sicurezza sopravvivevano i suoi antenati agili e sdegnosi (448-449)

La principessa di Parma aveva con ciascuno quella premurosa cortesia che hanno con gli inferiori le persone ben educate e mi offriva tutti quei piccoli servigi, sdgnati dalle alte borghesi, che rendono tanto volentieri i sovrani e gli ex domestici (463)

Quella cortesia offriva tesori di semplicità ospitale (471)

Gli atti compiuti dai Guermantes “diventavano graziosi come il volo di una rondine o l’inclinazione della rosa sul suo stelo” p. 475

Per un Guermantes essere intelligente voleva dire avere la parola salata, tenere testa a chiunque sulla pittura come sulla musica o sull’architettura, parlare inglese” 478

 

Quando un Guermantes salutava, la sua mano che si trovava all’estremità di un braccio teso per tutta la sua lunghezza, aveva l’aria di presentare un fioretto per una singolar tenzone ed era talmente distante dal resto di quella persona che quando chinava la testa era difficile distinguere se salutasse voi o la popria mano 481

Bologna 18 ottobre 2021 ore 18, 25

Giovanni ghiselli

p. s

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