Un dilemma: le locuste: un cibo da soldati fanfaroni o da martiiri santi?
Diceopoli,
fatta la pace, ordina un piatto di lepre e scommette che Lamaco il guerriero ajlazwvn- miles gloriosus- preferirà le
locuste- ta;" ajkrivda" (Aristofane, Acarnesi, 1117).
Faccio una
parodia del mio comparativismo ricordandovi
l’onesto Giovanni, il Battista, il cui cibo era costituito da locuste
appunto, condite solo da miele selvatico-esca autem eius erat locustae et mel
sivestre.-hj de; trofh; h\n aujtou` ajkrivde" kai; mevli a[grion (N. T., Matteo 3, 4)
giovanni
ghiselli
p. s
Ho tratto
questo dilemma dalla lezione di domani per scherzarci un poco sopra e dare un
attimo di sollievo agli allievi
Lo studio
deve essere serio, E' comunque necessario concedere qualche intervallo a
tutti:"Danda est tamen omnibus aliqua remissio" Quintiliano, Inst.,
I, 3, 8.
O anche: “
Cito rumpes arcum, semper si tensum habueris;/at si laxaris, cum voles erit
utilis./Sic lusus animo debent aliquando dari,/ad cogitandum melior ut redeat
tibi” (Fedro, 3, 14, 12-13), presto spezzerai l’arco, se lo terrai sempre teso;
ma se lo lasci allentato, quando vorrai sarà utile. Così alla mente ogni tanto
si devono concedere degli svaghi, perché ti torni migliorata alla riflessione.
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