NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 20 ottobre 2021

L’arte e la vita. Quale di queste due imita l’altra?

L’arte è mimèsi della vita, la imita secondo Aristotele

La tragedia è  imitazione di azione seria e compiuta (mivmhsi~ pravxew~ spoudaiva~ kai; teleiva~) che, con una certa estensione e con parola ornata (hJdusmevnw/ lovgw/) di attori che agiscono e non attraverso un racconto, per mezzo di pietà e terrore, compie la purificazione da tali affezioni"(di j ejlevou kai; fovbou peraivnousa th;n tw'n toiouvtwn paqhmavtwn kavqarsin, Poetica,  1449b, 28).

 

 Secondo O. Wilde invece è la vita che imita l’arte.

 

E' opportuno a questo punto un excursus su Oscar Wilde il quale in La decadenza della menzogna  (del 1889 scrive: "Sicuro. Per paradossale che possa sembrare –e i paradossi sono sempre cose pericolose- non è meno vero: la  vita imita l'arte assai più di quanto l'arte imiti la vita (...) Un grande artista inventa un tipo, e la vita tenta di copiarlo, di riprodurlo in forma popolare (...) I greci, con il loro rapido istinto artistico, capirono questo, e mettevano nella stanza della sposa la statua di Ermes o di Apollo, affinché ella potesse generare figli altrettanto ben formati delle opere d'arte che contemplava nell'estasi o nel dolore. Sapevano che la vita non solo guadagna dall'arte la spiritualità, la profondità del pensiero e del sentimento, il turbamento o la pace dell'anima, ma che essa può formarsi sulle stesse linee e colori dell'arte, e può riprodurre la dignità di Fidia come la grazia di Prassitele (...) Schopenhauer ha analizzato il pessimismo che caratterizza il pensiero moderno, ma Amleto lo ha inventato. Il mondo è diventato triste perché una volta una marionetta fu malinconica.

Il nichilista, quello strano martire che non ha fede, che va al patibolo senza entusiasmo, e muore per quello in cui non crede, è un prodotto puramente letterario. Esso fu inventato da Turgenev e completato da Dostoevskij"[1] In Osgar Wilde, Opere, Mondadori, 1982,  pp.222-224. 

 

Personalmente i libri dei miei auctores –accrescitori- con i quali ho passato gran parte del mio tempo fin da bambino sono stati la parola magica Sesamo che mi ha aperto molto porte nel meglio della vita. Le donne e altro.

 

giovanni ghiselli


 

 



[1] In Oscar Wilde, Opere, Mondadori, 1982,  pp.222-224. 

 

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