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Cinesia dice alla moglie che nell’assenza di lei la casa va in rovina.
Mirrina: “ojlivgon aujtw`n moi mevlei” 896, poco mi importa.
In effetti le faccende familiari non
possono andare bene quando non funzionano quelle della polis poiché il bene e
il male sono comuni.
Il marito menzione altri guai conseguiti
alla diserzione domestica della moglie e Mirrina gli dice che non tornerà a casa
se loro, gli uomini, non smetteranno di fare la guerra. Tanto più che dopo il
disastro della spedizione in Sicilia (415 - 413) le sorti del lungo conflitto
erano già segnate, negativamente per gli Ateniesi.
Le femmine degli animali e pure le donne
non perdonano l’insuccesso. Opportunamente per la specie.
Cinesia fa una promessa a metà: h]n dokh`/, poihvsomen tau`ta - 901.
lo faremo se sembrerà bene.
Questo a Mirrina non basta e dice che
tornerà tra le ribelli.
Lui le propone almeno un incontro svelto
nel letto: d j
ajlla; kataklivnhqi met j ejmou' dia; crovnou (904)
Mirrina risponde che gli vuole tanto
bene ma niente letto.
Cinesia insiste e Mirrina gli dice che
non si può fare davanti al bambino - ejnantivon tou` paidivou (907). - Il marito consegna il piccolo al servo perché lo porti a casa
poi le fa: jkpodw`n: su; d j ouj
kataklinei` ; 909, è fuori dai piedi, ora
non verrai a letto con me?
Qui c’è il problema dell’amore che può
calare tra i coniugi alla nascita di un figlio e se questo declino è particolarmente
sentito dalla donna, l’uomo può concepire antipatia per il frutto della loro
unione, soprattutto se è un maschio.
E dove si potrebbe fare? Domanda
Mirrina.
Il marito, pieno di voglia di fare,
indica la grotta di Pan .
Mirrina gli domanda come potrebbe tonare
pura - ajgnhv - sull’acropoli 913.
Cinesia, interpretando ajgnhv - solo materialmente, le suggerisce di lavarsi alla
sorgente Clessidra vicina alla grotta di Pan.
E’ il materialismo degli uomini che non
capiscono le sfumature della sensibilità femminile.
Cinesia insiste fino a promettere che la
colpa dello spergiuro della moglie cadrà su di lui.
dov" moiv nun
kuvsai – lasciati baciare, le fa 924.
Mirrina si procura una branda, poi prende alto
tempo per procurare una stuoia da stendervi sopra, un cuscino - proskefavlaion (926) e una coperta
Cinesia è impaziente, non gli serve il
cuscino: non ne ho bisogno io.
Mai io sì per Zeus - 927 replica Mirrina
nh; Dij ajll j
ejgwv.
Poi esce.
Cinesia mormora : questo bischero to; pevo" - viene trattato da ospite come Eracle. Allude
all’Eracle frenetico ghiottone, impazziente di divorare quantità di cibo che
non gli bastavano ma .
Cfr. il Busiride di Epicarmo e l’Alcesti
di Euripide già citati.
Torna Mirrina con il cuscino ma poi dice
che ci vuole una coperta
A
Cinesia non serve : binei'n bouvlomai. voglio fottere (934).
Mirrina va a prendere la coperta.
Poi dice: e[paire sauto;n 937, su, stai su
E Cinesia indicando il pene: ajll j ejph`rtai toutogiv, ma è già ritto questo qui
Mirrina vuole prendere altro tempo e va a
procurarsi dell’ unguento to; muvron (939) per
profumarlo.
Cinesia fiuta che l’unguento serve a
stropicciare, perdere tempo diatriptikovn e non ha odore
di nozze koujk
o[zon gavmwn. (943)
Mirrina trova che il profumo non è
abbastanza buono e va a prenderne un altro. Cinesia sta perdendo la pazienza e
ordina alla moglie: fermati e non portarmi più niente.
Allora Mirrina annuncia che si toglie i
sandali, e uscendo intima all’uomo di votare per la pace.
Cinesia risponde bouleuvsomai 951, ci penserò.
Poi si lamenta per la ritrosia della
moglie che lo fa morire,
Oltretutto - dice - dopo avermelo
sbucciato, se ne va - ta;
t j a[lla pavnta kajpodeivra j- ajpodevrw - oi[cetai 953
Si sente preso in giro yeusqeiv" 955 dalla donna che considera la più bella.
tivna bineso; 954, chi fotterò? Come potrà tirarsi su?
Pensa addirittura di rivolgersi a un
ambiguo prosseneta chiamato Kunalwvpex - Canevolpe (257)
Queste schermaglie tra uomini e donne,
questo ritardare sessuale di tutte le femmine, è funzionale al prolungamento
non solo del pene ma anche del rapporto.
La donna di cui si è innamorati dunque
in un primo tempo è cosmo e dea. Poi, come il re carnevalesco, si ribalta. Lo
spiega Giasone a una giovane ierodùla del tempio sull'Acrocorinto in un dialogo
di C. Pavese: "Piccola Mèlita, tu sei del tempio. E non sapete che nel
tempio - nel vostro - l'uomo sale per essere dio almeno un giorno, almeno
un'ora, per giacere con voi come foste la dea? Sempre l'uomo pretende di
giacere con lei - poi s'accorge che aveva a che fare con carne mortale, con la
povera donna che voi siete e che son tutte. E allora infuria - cerca altrove di
essere dio" Dialoghi con Leucò, Gli Argonauti.
Bologna 7 settembre 2021 ore 10, 53
giovanni ghiselli
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