Nella Parodo delle Rane di Aristofane il coro degli iniziati ai misteri invoca Iacco amante delle danze perché accompagni i coreuti dalla dea e mostri che percorre pollh;n oJdovn a[neu povnou, lunga strada senza fatica. E’ un motivo ricorrente nelle laudi a Dioniso.
Cfr le Baccanti di Euripide
Inizio della Parodo vv.
64-67.
Dalla terra d’Asia
lasciato il sacro Tmolo metto
in rapido movimento
per Bromio una fatica dolce povnon hJduvn, e un travaglio, buon travaglio, kavmaton t j eujkavmaton
celebrando Bacco con grida di
evoè.
E al v. 194 Cadmo dice a Tiresia : “il dio ci guiderà ajmocqiv, senza fatica
Ca.
Andremo dunque fino al monte coi carri?
Ti. Ma il
dio non avrebbe onore nello stesso modo.
Ca. Io
vecchio guiderò come un ragazzo te che sei vecchio?
Ti. Il dio
ci guiderà lì senza fatica.
Sembra echeggiare questo luogo
dionisiaco Francesco Redi nel suo Bacco
in Toscana (1684)
Su voghiamo,
navighiamo,
navighiamo
infino a Brindisi:
Arianna,
brindis, brindisi.
Passavoga,
arranca, arranca,
20 ché la
ciurma non si stanca,
anzi lieta si
rinfranca
quando
arranca inverso Brindisi:
Arianna,
brindis, brindisi.
E se a te
brindisi io fo,
25 perché
a me faccia il buon pro,
Ariannuccia
vaguccia, belluccia,
cantami un
poco, e ricantami tu
sulla mandola
la cuccurucù,
la cuccurucù
30 la
cuccurucù,
sulla mandola
la cuccurucù.
giovanni ghiselli
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