"Goethe e Schiller, che, verso la fine dell'aprile 1797, ebbero una scambio di lettere sul "ritardare" in genere nei poemi omerici, lo misero addirittura in contrasto con la tensione (…) ma è chiaro che cosa intendano quando indicano il procedimento del ritardare come propriamente epico in opposizione a quello tragico (lettere del 19, 21, 22 aprile)"(Erich Auerbach, Mimesis, Il realismo nella letteratura occidentale, p. 5).
La schermaglia
amorosa tra Mirrina che "ritarda" e Cinesia che affretta (ajlla;
binei'n bouvlomai, v. 934 “ma io fottere
voglio)) nella Lisistrata di
Aristofane (vv. 845-959) non è in contrasto con la tensione di Cinesia, anzi la
rende più decisa.
Le
schermaglie tra uomini e donne, il ritardare sessuale di tutte le femmine corteggiate,
è funzionale al prolungamento non solo del pene ma anche del rapporto.
La donna di
cui si è innamorati dunque in un primo tempo è cosmo e dea. Poi, come il re
carnevalesco, si ribalta.
Lo spiega
Giasone a una giovane ierodùla del tempio sull'Acrocorinto in un dialogo di C.
Pavese:"Piccola Mèlita, tu sei del tempio. E non sapete che nel tempio-nel
vostro- l'uomo sale per essere dio almeno un giorno, almeno un'ora, per giacere
con voi come foste la dea? Sempre l'uomo pretende di giacere con lei-poi
s'accorge che aveva a che fare con carne mortale, con la povera donna che voi
siete e che son tutte. E allora infuria-cerca altrove di essere dio" Dialoghi con Leucò, Gli
Argonauti
Bologna 4
novembre 2021 ore 9, 27
giovanni
ghiselli
p. s.
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