lunedì 8 novembre 2021

Beate le tartarughe e ancora più beati gli uccelli.


Servo II ha paura dei pungiglioni e allora il coro dei giudici-vespe gli intima di lasciare andare Filocleone se non vuole chiamare beate le tartarughe, invidiarle per la  corazza- ta;" celwvna" makariei`n tou` devrmato"- ( Vespe, 429)

Negli Uccelli c’è il makarismov" degli alati

Aristofane nella  sua commedia dedicata alle creature alate ne  cantare al coro degli   stessi uccelli nella II Parabasi:" eu[daimon fu'lon pthnw'n/oijwnw'n, oi} ceimw'no" me;n/claivna" oujk ajmpiscnou'ntai: /oujd  j au\ qermh; pnivgou" hjma'"/ajkti;" thlaugh;" qavlpei", felice la stirpe degli uccelli alati che d'inverno non indossano mantelli, né d’altra parte l’ardente fulgido raggio della calura ci brucia  (Uccelli , 1088-1092). 

 

 Anche il pessimismo di Leopardi ha dovuto riconoscere qualche felicità agli uccelli:'E che gli uccelli sieno e si mostrino lieti più che gli altri animali, non è senza ragione grande. Perché veramente, come ho accennato a principio,  sono di natura meglio accomodati a godere e ad essere felici. Primieramente non par che sieno sottoposti alla noia. Cangiano luogo a ogni tratto; passano da paese a paese quanto tu vuoi lontano, e dall'infima alla somma parte dell'aria, in poco spazio di tempo, e con facilità mirabile, veggono e provano nella vita loro cose infinite e diversissime; esercitano continuamente il loro corpo; abbondano soprammodo della vita estrinseca. (...) E siccome abbondano della vita estrinseca, parimenti sono ricchi della interiore; ma in guisa, che tale abbondanza risulta in loro benefizio e diletto, come nei fanciulli; non in danno e miseria insigne, come per lo più negli uomini"(Elogio degli uccelli ).

 

  Forse proprio per la sua libertà l'uccello viene perfino collegato alla nobiltà:  i tratti degli antichissimi e nobili Guermantes di Proust :"il naso a becco di falco e gli occhi penetranti" sono "caratteristici...di quella razza rimasta così speciale in mezzo a un mondo in cui non si è confusa e resta isolata, nella sua gloria divinamente ornitologica: perché essa sembra nata, in un'età favolosa, dall'unione d'una dea con un uccello"[1].

giovanni ghiselli

 

 

Filocleone chiama a battaglia le vespe colleriche- sfh`ke" ojxukavrdioi- 430: devono pungere mirando al culo, agli occhi e alle dita dei nemici.

Adesso le vespe o i calabroni collerici sono  gli aerei, gli elicotteri e ultimamente pure i droni che ammazzano chi pigliano pigliano: uomini, donne, bambini.

 

Bologna 8 novembre 2021-11-08giovanni ghiselli

 

 



[1]        I Guermantes , p. 82.

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