Padre e figlio escono ed entra il coro per la II Parabasi.
Gli eliasti ricordano Aminia che andò come ambasciatore tra i Tessali e là stava con i Penesti: i poveri e gli schiavi, lui che era il più peneste di tutti ( aujto;" penevsthς-w|n e[latton oujdenovς (Aristofane, Vespe, 1273-1274).
Aminia voleva armare i penesti contro gli aristocratici.
Cfr. Senofonte, Elleniche II, 3 e 36.
Senofonte ricorda la collusione del futuro capo dei Trenta tiranni, Crizia, con i penesti della Tessaglia
Crizia nel tempo delle Arginuse (405) si trovava in Tessaglia dove si dava da fare per istituire una democrazia, armando i penesti, contro i loro padroni ("dhmokrativan kateskeuvaze kai; tou;" penevsta"[1] wJvplizen ejpi; tou;" despovta", Elleniche ,II, 3, 36).
L’aristocratico reazionario in effetti dopo la caduta del governo dei Quattrocento (409) andò in Tessaglia e vi rimase fino al 404. Là compose una Costituzione dei Tessali che aveva punti di contatto con quella spartana, considerata da Senofonte la migliore. Il fatto che armasse i Penesti non significa necessariamente che agisse in favore della democrazia: il sottoproletariato, come sappiamo bene, può essere impiegato anche in senso reazionario.
“Il sottoproletariato, questa putrefazione passiva degli infimi strati della società, sarà più disposto, date le sue condizioni di vita, a lasciarsi corrompere per mene reazionarie” Karl Marx e Friedrich Engels, Manifesto del Patito Comunista, capitolo I Borghesi e Proletari.
Ecco perché c’è la tendenza a gettare il proletariato e l’infima borghesia nel sottoproletariato.
giovanni ghiselli
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