lunedì 15 novembre 2021

Pier Paolo Pasolini e Alberto Sordi quale prefigurazione di Fabio Fazio.


 

Ringrazio i 25 lettori che in poche ore hanno accolto positivamente il mio commento sulla trasmissione di ieri con Fazio e lady Gaga

Incoraggiato, lo ripropongo premettendo una  riflessione critica di Pasolini su Alberto Sordi

Si parva licet componere magnis, assimilo il mio giudizio su Fabio Fazio al suo relativo all’attore romano.  

 

“ La bontà: ecco quello che manca totalmente in Sordi (…) Alla comicità di Alberto Sordi ridiamo solo noi: perché solo noi conosciamo il nostro pollo. Ridiamo, e usciamo dal cinema vergognandoci di aver riso, perché abbiamo riso sulla nostra viltà, sul nostro qualunquismo, sul nostro infantilismo. Sappiamo che Sordi è in realtà un prodotto non del popolo (come la vera Magnani) ma della piccola borghesia, o di quegli strati popolari non operai, come se ne trovano specialmente nelle aree depresse, che sono sotto l’influenza ideologica della piccola borghesia”

Pasolini, I film degli altri, p. 29.

 

 

Lady Gaga, Fabio Fazio e Plauto

Ieri sera -14 novembre- pioveva, sicché niente cinema,  corsa breve dopo lo studio, cambio della tuta inzuppta d’acqua, e dalle 21, 20 un poco di televisione.

Ho guardato con interesse lady Gaga e Fabio Fazio.

Una donna assai significativa ricca di capacità comunicative davanti a  un uomo che sa solo lusingare.

Lo ha fatto ovviamente anche con questa attrice e cantante  fuori dal comune la quale stava al gioco poiché le pubblicizzava il prossimo film.

Per questo la Germanotta mi è un poco scaduta. 

Tuttavia provo a difenderla poiché mi piace assai.

Forse non sa che Fazio dà ragione a tutti riempiendo di complimenti chiunque abbia davanti. Se gli convenisse invitare un vespasiano, si inchinerebbe anche davanti a  questa latrina e non si limiterebbe a dire non olet , ma esclamerebbe: “Ver vide;- ut tota floret, ut olet, ut nitide nitet!, come fa  l’adulescens Diniarchus quando gli appare Phronesium meretrix, la cortigiana Fronesio nel Truculentus di Plauto (vv. 353-354), ecco qua la primavera; come è tutta un fiore, come profuma, come splendidamente splende!

 

Dopo avere assistito a tali genuflessioni  mi sono consolato rispondendo grato ai circa 120 auguri ricevuti per il mio compleanno, nella maggior parte da persone che non conosco, mentre loro conoscono me, siccome mi leggono.

Li ringrazio di nuovo tutti insieme e prometto che continuerò così, anzi farò sempre meglio esercitando lo spirito critico e smascherando i bugiardi.

Eripio personam, manet res, strappo la maschera, rimane la cosa qual è. (cfr. Lucrezio De rerum natura, III, 58).

Spesso una misera cosa, perfino da commiserare. 

Bologna 15 novembre 2021  ore 17, 30

giovanni ghiselli

p. s.

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