Oggi si
festeggiano non solo le magnifiche sorti e progressive ma anche le magnifiche e
regressive, ossia la “meravigliosa” vittoria nella prima guerra mondiale.
La mia
replica parte da una citazione di Don Lorenzo Milani. Poi dirò la mia. “Avete
detto ai vostri ragazzi che quella guerra si poteva evitare? Che Giolitti aveva
la certezza di poter ottenere gratis quello che poi fu ottenuto con 600.000
morti? Che la stragrande maggioranza della Camera era con lui (450 su 508?) Era
dunque la patria che chiamava alle armi? E se anche chiamava, non chiamava
forse a una “inutile strage?” (l’espressione non è di un vile obiettore di coscienza
da di un papa”)
L’obbedienza non è più una virtù, p. 16.
Queste le
regressive.
Quanto alle
progressive, progrediscono i contagi e i licenziamenti: lavoratori cacciati con
una lettera o una telefonate e famiglie che cadono nella povertà se non anche
nella miseria.
C’è davvero
poco da festeggiare nell’anniversario della cosiddetta vittoria sugli stranieri
oppressori della Patria
Concludo
citando di nuovo don Lorenzo, prezioso maestro e caro amico: “io non ho Patria
e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato,
privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i
miei stranieri” (Opera citata, p. 12).
Condivido
Bologna 4
novembre 2021 ore 19, 33
giovanni ghiselli
p. s
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