Teocrito nel VI Idillio paragona Galatea che stuzzica Polifemo alla chioma secca che si stacca dal cardo quando la bella estate arde:" to; kalo;n qevro" ajnijka fruvgei (16)
La donna e la lanugine secca di certi vegetali kai; feuvgei filevonta kai; ouj filevonta diwvkei " (v. 17), e fugge chi ama e chi non ama lo insegue.
Mi interessa sottolineare e condividere con voi le parole "quando la bella estate arde".
Teocrito (310-260) è un poeta siracusano vissuto a lungo ad Alessandria alla corte di Tolomeo II Filadelfo, e altro tempo a Cos. In luoghi caldi dunque, anche molto caldi.
Teocrito canta la calda natura estiva che ama.
Chi ama la natura, ama il caldo e adora il sole che porta significazione di Dio. Ama la vita luminosa e calda perché le sue opere non sono malvagie.
Chi preferisce il freddo e le tenebre di questi giorni orribili, e durante l'estate si chiude al buio con l'aria condizionata teme e odia la vita stessa.
L'ha detto anche l'evangelista Giovanni: "kai; hjgavphsan oiJ a[nqrwpoi ma'llon to; skovto" h] to; fw'"”, e gli uomini amarono più la tenebra che la luce. Parole citate da Leopardi come epigrafe della canzone La ginestra.
L’onesto visionario e pure veggente Giovanni ne indica la causa: “ h\n ga;r aujtw'n ponhra; ta; e[rga (N. T., Giovanni, 3, 19) poiché le loro opere erano malvagie.
Bologna 25 novembre 2021 ore 18, 13
giovanni ghiselli
p. s
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