giovedì 25 novembre 2021

Gli uomini malvagi amano la tenebra più che la luce.


 

Teocrito nel VI  Idillio paragona Galatea che stuzzica Polifemo alla chioma secca che si stacca dal cardo quando la bella estate arde:" to;  kalo;n qevro" ajnijka fruvgei (16)

La donna e la lanugine secca di certi vegetali  kai; feuvgei filevonta kai; ouj filevonta diwvkei " (v. 17), e fugge chi ama e chi non ama lo insegue.

Mi interessa sottolineare e  condividere con voi le parole "quando la bella estate arde".

Teocrito (310-260) è un poeta siracusano vissuto a lungo ad Alessandria alla corte di Tolomeo II Filadelfo, e altro tempo a Cos. In luoghi caldi dunque, anche molto caldi.

Teocrito canta la calda natura estiva che ama.  

Chi ama la natura, ama il caldo e adora il sole che porta significazione di Dio. Ama la vita luminosa e calda perché le sue opere non sono malvagie.

Chi preferisce il freddo e le tenebre di questi giorni orribili, e durante l'estate si chiude al buio con l'aria condizionata teme e odia la vita stessa.

L'ha detto anche l'evangelista Giovanni: "kai; hjgavphsan oiJ a[nqrwpoi ma'llon to; skovto" h] to; fw'"”, e gli uomini amarono più la tenebra che la luce. Parole citate da Leopardi come epigrafe della canzone La ginestra.

L’onesto visionario e pure veggente Giovanni ne indica la causa: “ h\n ga;r aujtw'n ponhra; ta; e[rga (N. T., Giovanni, 3, 19) poiché le loro opere erano malvagie.

Bologna 25 novembre 2021 ore 18, 13

giovanni ghiselli

p. s

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