Un’Aralda Khvrux- annuncia la festa.
La stratega Prassagora ha fatto preparare un bel banchetto per inaugurare come si deve il potere delle donne. Sono pronte tavole e letti
Si mescola vino nei vasi, si arrostiscono tranci di pesce, si infilzano lepri negli spiedi, poi focacce, polenta e altre prelibatezze.
Un cibo sano ancora in uso in Grecia, terra benedetta da Dio, vero paradiso terrestre. Per l’arte, per la luce, i colori, il caldo, la gente e-perché no?- il cibo.
Anche a Bologna, dove pure tante sono le cose buone ma pessima è la cucina, cerco rifugio nel cibo greco.
Tra le donne c’è un emulo di Arifrade, l’uomo del cunnilingus, Smeo che ripulisce i “piatti ” delle donne. Poi c’è un vecchio pederasta, Gerente che incede nudo sghignazzando con un ragazzo.
Nulla manca. Dunque: ta;" gnavqou" dioigevte- aprite le mascelle-852. dioivgnumi e dioivgw.
Tornano a battibeccare il comunista e l’egoista.
Il refrattario al comunismo di affretta comunque a recarsi al pranzo-ejpi; dei'pnon- (855). Non vuole però portare niente.
Invece Cremete ordina ai servi di portare tutto quanto possiede.
L’altro vorrebbe aiutarlo ma il comunista non glielo permette in quanto teme che consegni la roba presa fingendo che sia la sua.
Il refrattario pensa a un mhcavnhma un espediente per mangiare senza pagare e si accoda ai servi di Cremete.
I profittatori si trovano in ogni regime.
Quindi c’è un altro intermezzo costituito da una danza del coro.
Poi appare vecchia alla finestra che affaccia sull’agorà.
L’annosa aspetta gli uomini che ritardano, tutta truccata e pargoleggiante.
Dice di essere imbellettata di biacca –ejgw; de; katapeplasmevnh yimuqivw/- (878) con una bella tunica indosso, cantando una canzone e facendo la graziosa per accalappiare uno che passa.
Quanto allo yimuvqion, la biacca, usata
nella cosmetica femminile, Eufileto, il marito tradito in casa dalla moglie con
l’amante Eratostene che poi verrà ucciso, comincia a sospettare della sposa quando vede
che il volto di lei era coperto di biacca: “Mi parve, o giudici, che il volto
fosse truccato- e[doxe
de; moi, w\ a[ndre" to; provswpon ejpimuqiw'sqai- mentre il fratello le era morto nemmeno trenta
giorni prima; comunque senza avere detto nulla nemmeno su questa faccenda,
uscito me ne andavo fuori in silenzio” (Lisia, In difesa di Eufileto, 14).
il trucco nelle donne agli occhi degli uomini è spesso sospetto. In questo caso non a torto.
Viene in mente anche la vecchia signora di Pirandello
Il saggio di Pirandello, L’umorismo[1], presenta tre esempi: il primo è quello celeberrimo della “vecchia signora coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa prima impressione cronica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario”.
Ma poi interviene la riflessione che suscita il sentimento del contrario ossia l'umorismo :"Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’ inganna che, parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto più addentro: da quel primo avvertimento del contrario, mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico"[2].
Si tratta insomma di riflettere sul dolore di chi ci farebbe ridere, di sentire con chi soffre e provare simpatia per lui.
La riflessione che faccio in questo caso è che pure la giovane troppo truccata e smancerosa perde molto della sua attrattiva e può suscitare un senso di compassione per l’ingenuità che la porta a riporre tutto il proprio fascino nell’aspetto, su un aspetto mentito oltretutto.
A me personalmente piacevano le ragazze, poi le donne, innanzitutto “brave a scuola” quindi brave nel lavoro.
Dalla casa di fronte si affaccia una nea'ni", una fanciulla che inveisce pietosamente contro la povera vecchia chiamandola w\ sapra' (884) fradicia.
La vegliarda le mostra il pugno chiuso con il mignolo disteso e le dice di andare a discorrere con quello
Quindi chiede all’auleta di accompagnare il proprio canto con il suo flauto.
Le parole del canto dicono che il sapere to; sofovn (895) non si trova nelle giovani ma solo nelle esperte. Per giunta nessuna avrebbe voglia di volere bene-stevrgein- 897 come me: una ragazza volerebbe subito da un altro.
Per mia esperienza dico che una giovane è molto attrattiva immediatamente se è carina. Tuttavia la mancanza di esperienza pone limiti al suo parlare e la ventenne può diventare presto noiosa.
Ora poi la maturità ritarda parecchio.
L’amore può nascere se nell’uomo più attempato scatta l’istinto paterno-educativo , con la possibilità di insegnare alladonna più giovane desiderosa di imparare. In questo caso però sarà lei a volare via , probabilmente, quando non ha più bisogno di educazione.
A meno che l’uomo sia un genio, come Picasso.
La ragazza dunque risponde alla vecchia che non deve voler male alle giovani per invidia: la voluttà dimora nelle tenere cosce- toi'" apaloi'si mhroi'" 902-e fiorisce sui meli-- kajpi; toi'" mhvloi" ejpanqei- metaforicamente nei seni ancora belli sodi.
mentre la vegliarda depilata e imbellettata è cara alla morte (tw`/ qanavtw/ mevlhma, v. 905).
La vecchia reagisce con maledizioni pesanti: ti decada il buco- ejpevsoi sou to; trh'ma (906) e ti si schianti il giaciglio quando vuoi farti sfottere.
E possa tu trovare un serpente sul letto- kajpi; th'" klivnh" o[fin eu{roi" (908) e abbracciarlo quando vorrai baciare boulomevnh filh'sai.
Molti maschi quando la donna li lascia pensano: diventerai presto una brutta vecchia e scema senza il tuo Pigmalione,
Nell'ultima elegia del III libro, Properzio, lo schiavo d'amore per liberarsi dal servitium si aiuta con il ricordo (di ascendenza catulliana[3]) dell'iniuria: "Flebo ego discedens, sed fletum iniuria vincit " (III, 25, 7), piangerò nel lasciarti ma l'offesa vince il pianto, e si consola con la previsione dell'invecchiamento della sua domina :"At te celatis aetas gravis urgeat annis,/et veniat formae ruga sinistra tuae./Vellere tum cupias albos a stirpe capillos/ah speculo rugas increpitante tibi,/ exclusa inque vicem fastus patiare superbos, et quae fecisti facta queraris anus./ Has tibi fatalis cecinit mea pagina diras./Eventum formae disce timere tuae " (III, 25, 11-18), ma l'età greve incomba sugli anni dissimulati e vengano rughe sinistre sulla tua immagine bella. Che allora tu voglia strappare dalla radice i capelli bianchi, quando lo specchio ti rinfaccerà le rughe, e a tua volta respinta possa tu sopportare la sprezzante alterigia, e lamentarti ormai vecchia del male che hai fatto. Questi cattivi presagi ti ha cantato la mia pagina fatale, impara a temere la fine della tua bellezza.
In conclusione:"Giovane: un antro arabescato di fiori. Vecchia: un drago che esce fuori"[4].
Un altro tipo di uomo, più intelligente e buono invece benedice la donna che se ne va e le è grato. Sa bene che se si è stancata, ogni funzione sana del loro rapporto era terminata.
Come il poeta ungherese Endre Ady anche io che sono, o voglio farmi reputare, “tanto buono”.
amo baciare chi se ne va
Szeretem megcsókolni azt
Aki elmegy
Bologna 12 novembre 2021 ore 10, 04
giovanni ghiselli
p. s.
Statistiche del blog
Sempre1180950
Oggi81
Ieri325
Questo mese3591
Il mese scorso8104
Nessun commento:
Posta un commento