La
vedova Ghismunda che pure è "
giovane e gagliarda e savia" nel Decameron (IV, 1) di Boccaccio sostiene la naturalezza
della passione carnale difendendo il proprio sentimento amoroso per
il giovane valletto Guiscardo "uom di nazione assai umile ma per vertù e
per costumi nobile", davanti al
padre Tancredi, principe di Salerno che non la capisce:" Esserti ti dové,
Tancredi, manifesto, essendo tu di carne, aver generata figliuola di carne e
non di pietra o di ferro (...) Sono adunque, sì come da te generata, di
carne, e sì poco vivuta, che ancora son giovane, e per l'una cosa e per l'altra
piena di concupiscibile disidero, al quale maravigliosissime forze hanno date
l'aver già, per essere stata maritata, conosciuto qual piacere sia a così fatto
disidero dar compimento. Alle quali forze non potendo io resistere, a seguir
quello che elle mi tiravano, sì come giovane e femina, mi disposi e
innamora'mi".
Il padre però uccide l'amante della figliola e
questa si uccide.
Molto più comprensivo di Tancredi nei
confronti dell'istinto femminile è
Leopold Bloom nell'Ulisse di
Joyce :"Tinnulo calessino[1].
Lei voleva andare. Ecco perché. Donna. Tanto vale fermare il mare- Jingle
jaunty. Too late. She longed to go. That's way. Woman. As easy to stop the sea"[2].
. Cfr. Seneca: "Non rapidus amnis, non procellosum mare -
(…) possit
inhibere impetum- irasque nostras : sternam et evertam omnia (…) Amor timere
neminem verus potest "(Seneca, Medea,
411-416)
E' Medea che parla.
E' la teoria per la quale la donna dà
maggiore importanza dell'uomo all'accoppiamento e all'amore, una teoria invero
che ora, tra le cosiddette donne in carriera, sta perdendo credito, ma solo
fino a un certo punto.
Bologna 3 novembre 2021 11, 26
giovanni ghiselli
p. s.
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