mercoledì 3 novembre 2021

Il pericolo e il ridicolo degli uomini armati.

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A proposito di girare armati, Lisistrata dice al Probulo  “In primo luogo dobbiamo fare smettere  agli uomini di andare in piazza con le armi in stato di grave turbamento mentale mainomevnou"  (Aristofane, Lisistrata, 555-556).

 Si pensi ai mentecatti che possono comprare le armi dove vogliono, poi vanno a fare delle stragi o ammazzano chi capita.

 

Infatti ora tra le pentole e gli ortaggi passeggiano per la piazza armati come Coribanti ( xu; o{ploi~ w{sper Koruvbante~, Lisistrata, vv.555-558).

Il Probulo prova a dire che è un dovere degli uomini valorosi

 E Lisistrata: “ ma è di certo una ridicolaggine- kai; mh;n to; ge pra`gma gevloion  (559) quando vanno a comprare il pesce armati fino ai denti”.

 

Vediamo  i sacerditi Galli , i Cureti di Lucrezio e i Coribanti di Orazio

La furba follia, vero o simulata dai Galli, sacerdoti di Cibele, che vogliono fare paura agli stolti è evidenziato da Lucrezio nel II libro del De rerum natura.

Viene descritta la processione orrendamente superstiziosa. "tympana tenta tonant palmis, et cymbala circum-concava, raucisonoque minantur cornua cantu" (II, 618-619).

I tamburelli tesi tuonano sotto i palmi e i cembali concavi-piatti di metallo-

intorno, con il rauco suono minacciano i corni,

e il cavo flauto con frigia cadenza esalta le menti.

Inoltre brandiscono le armi (telaque praeportant), 621, segni di furia

che possano atterrire, con lo spavento conterrēre metu  della potenza della dea,

gli animi ingrati e i petti ribaldi del volgo.

Allora le genti aere atque argento sternunt iter omne viarum (626)

  lastricano tutto il percorso di bronzo e d'argento

arricchendoli di copiosa offerta largifica stipe ditantes e fanno nevicare fiori di rosa, coprendo di ombra la madre e le orde del seguito.

Poi ci sono i Cureti che danzano armati facendo ricordare quelli che coprivano i vagito di Giove perché Saturno non lo azzannasse con le mascelle e infliggesse alla madre eterna ferita.

La magna mater aveva molti nomi: Rea che aveva generato Zeus sul monte Ida a Creta, Cibele i cui Coribanti si autoeviravano e venivano chiamati Galli e si identificavano con i Cureti cretesi.

Sui Coribanti sentiamo Orazio (Odi, I, 16, 7-9)" non- acuta sic geminant Corybantes aera,-tristes ut irae" (quatiunt mentes)  non così i Coribanti sbattono gli aspri bronzi come le ire tristi (scuotono le menti)

I Galli evirati vogliono significare che non sono degni di generare quelli che hanno violato il volere della madre e non sono stati grati ai genitori "significare volunt indignos esse putandos,- vivam progeniem qui in oras luminis edant" (616-617)

Gli armati significano il volere della dea che la terra dei padri si difenda con le armi.

Queste leggende sono narrate bene e con eleganza ma sono tenute ben lontano da una corretta ragione –longe sunt tamen a vera ratione repulsa- (645). Dunque anche in questa religio c’è della pazzia, come nella guerra-

 

Cleonice  ha visto un tale komhvthn, con la zazzera, un comandante di cavalleria che gettava nell’elmo di bronzo il purè di legumi (levkiqon) comprato da una vecchia. Un altro, un Trace che sembrava Tereo (il barbaro re stupratore), brandendo scudo e giavellotto, atterriva la venditrice di fichi-th;n ijscadovpwlin e tracannava quelli molto maturi (Lisistrata, 561-564).

giovanni ghiselli

 

 

 

 

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