Prassagora si prepara a organizzare il primo banchetto in comune. Deve darsi da fare, siccome che è stata scelta per comandare –ejme; ga;r ajnavgkh tau'ta dra'n hjrhmevnhn- a[rcein (714-715).
Le puttane devono smettere il mestiere.
Il perché lo spiega Cremete: perché quelle del coro abbiano il meglio dei giovani dice indicando le coreute
Le schiave non devono fare sesso con i liberi e rubare l’amore alle donne libere ma accoppiarsi con gli schiavi e depilarsi la fica (723) prosegue Prassagora.
Blepiro vuole stare vicino a Prassagora per essere ammirato come il marito della comandante.
Nelle coppie succede che uno dei due tragga un’identità gregaria dall’altro.
Segue un intermezzo di danza del coro senza parole.
Il coro non partecipa più all’azione ma canta degli ejmbovlima, intermezzi lirici. Il suo ruolo è molto ridotto.
Cremete si dispone a consegnare la roba e ne è entusiasta, mentre un altro (uomo II) rilutta.
Il refrattario dice che la loro tradizione non è consegnare, ma prendere.
Chiarisce che non getterà via il propio sudore e risparmio scioccamente per delle parole-ouj ga;r to;n ejmo;n ijdrw'ta kai; feidwlivan oujde; pro;" e{po" ou[tw" ajnohvtw" ejkbalw' 750- 751.
E’ la reazione dei più al comunismo come al cristianesimo: due visioni del mondo che hanno suscitato reazioni anche criminali. Secondo Steiner, Freud attribuisce l’invenzione del monoteismo agli Egiziani, cui a parer suo apparteneva Mosè, per allontanare dagli Ebrei l’insofferenza nei confronti del monoteismo. Il cristianesimo poi ha annacquato questo monoteismo ma il Vangelo propone una vita severa e lontana dai gusti dei tellurici che sono la maggioranza.
Cremete dunque è convinto della bontà del comunismo e sta andando in piazza con la roba per consegnarla e obbedire alle nuove leggi
L’altro, l’egoista, gli dà dello scemo ajnovhto" (764). Costui si guarda bene dal consegnare la sua roba, né crede che molti altri lo faranno.
Non è nelle nostre tradizioni dare via la propria roba aggiunge, bensì prendere ajlla; lambavnein- 778.
Basta guardare le statue degli dèi che stanno lì a mano tesa mentre noi li peghiamo. Cfr. il do ut des dei Romani. Il munus è regalo e pure compito: c’è l’idea del contraccambio.
Cfr. Catullo che agli dèi chiede la saluto come ricompensa della sua pietas
“:Non iam illud quaero, contra me ut diligat illa,/aut (quod non potis est) esse pudica velit;/ipse valere opto et taetrum hunc deponere morbum./O di, reddite mi hoc pro pietate mea" (8, vv. 23-26) Non chiedo più quel miracolo, che quella là contraccambi il mio affetto,/o (cosa di cui non è capace) che voglia essere pudica;/io desidero stare bene e mettere via questo male oscuro./O dei, datemi questo in cambio della mia devozione.
Cfr. il consiglio di Franco Farinelli: se farai conferenze gratis, ti disprezzeranno.
Cremete vuole fare qualcosa di utile e aggiunge due tripodi.
L’egoista enumera cattivi presagi seismov" un terremoto, o un fuoco maligno, o una donnola galhv che attraversa la strada, segni sinistramente ominosi in seguito ai quali gli stupidi smetteranno di portare la roba all’ammasso
Per questi omina detestabilia si sospendevano le deliberazioni.
L’anticomunista insiste ricordando cambiamenti nella politica monetaria del passato. Nulla è stabile e non bisogna fidarsi delle promesse.
Ma il comunista non cambia idea.
“Prima comandavamo noi gli fa Cremete, nu'n d j aiJ gunai'ke" ma ora comandano le donne (831) che danno maggiori garanzie
Sì, fa l’altro, e mi guarderò da loro, per Poseidone, che non mi piscino addosso- a}" ejgw; fulavxomai- nh; to;n Poseidw', mh; katourhvswsiv mou 831-832. katourevw.
L’egoismo e l’avidità portano anche a disprezzare le donne.
Cremete spazientito si muove verso la piazza.
Erodoto che presenta costumi diversi da quelli dei greci, e nostri, senza giudicarli male, scrive che non sono gli Sciti, come credono gli Elleni, ma i Massageti –popolo del Caspio sul fiume Araxe-a tenere le donne in comune (I, 216)
Nel IV libro lo storiografo racconta che i Nasamoni abitanti nella Libia orientale usano le donne in comune come i Massageti. La sposa nel giorno delle nozze si unisce a ognuno dei convitati che a sua volta le dà un dono (172)
Bologna 11 novembre 2021 ore 18, 31
giovanni ghiselli
p. s.
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