Aggiungo queste parole a quelle scritte ieri sul tema della abominevole violenza contro le donne
La giornata contro la violenza perpetrata sulle donne.
E’ giustissimo ricordare, denunciare e condannare questa violenza mai esecrata abbastanza e tanto meno impedita.
Dunque che alle sfilate e alle fiaccolate seguano i fatti.
I violenti devono essere messi nella condizione di non potere nuocere.
Il mio grido di denuncia e di dolore si leva contro questo scempio, però dobbiamo ricordare che l’abominio va esteso ad altri fatti criminali.
Un altro obbrobrio è la disoccupazione: mentre i posti migliori sono riservati alle famiglie dell’oligarchia dominante, le multinazionali possono arbitrariamente licenziare lavoratori dopo averli sottopagati per anni.
Tra quelli non licenziati molti muoiono sul lavoro adulti, anziani e anche giovanissimi, per l’incuria di chi dovrebbe dare loro una formazione e tutelarne l’incolumità.
Le donne subiscono le maggiori ingiustizie pure in questo campo.
Ma delle lavoratrici messe in mezzo alla strada, magari con i figli, o lasciate morire, non si parla abbastanza nei “buoni salotti” televisivi.
Anche la scuola sempre più degradata e inefficiente grida vendetta. E’ sparita quasi del tutto la meritocrazia che premiava i ragazzi studiosi e assicurava loro un lavoro appena laureati.
La mia generazione è stata l’ultima a godere di questo diritto.
Leggo che nemmeno quest’anno ci sarà lo scritto all’esame di maturità. La traduzione del brano di greco era l’unica prova davvero seria e difficile, forse anche troppo ai tempi miei, tempi però nei quali la strada verso il lavoro a tempo indeterminato era già spianata una volta conseguita la maturità. Da diversi anni le ragazze studiano più e meglio dei ragazzi. Ebbene, bisognerebbe garantire una scuola che desse sapere e sapienza, non senza una prospettiva sicura di lavoro confacente allo studio ben fatto e meritevole di riconoscimento non solo verbale.
giovanni ghiselli
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