giovedì 25 novembre 2021

La giornata contro la violenza perpetrata sulle donne.


 

E’ giustissimo ricordare, denunciare e condannare questa violenza mai esecrata abbastanza e tanto meno impedita.

Dunque che alle sfilate e alle fiaccolate seguano i fatti.

I violenti devono essere messi nella condizione di non potere nuocere.

 

Il mio grido di denuncia e di dolore si leva contro questo scempio, però dobbiamo ricordare che esso non è l’unico.

 

Anche la scuola sempre più degradata e inefficiente  grida vendetta. E’ sparita quasi del tutto la meritocrazia che premiava i ragazzi studiosi e assicurava loro un lavoro appena laureati.

La mia generazione è stata l’ultima a godere di questo diritto.

Leggo che nemmeno quest’anno ci sarà lo scritto all’esame di maturità. La traduzione del brano di greco era l’unica prova davvero seria e difficile, forse anche troppo ai tempi miei, tempi però nei quali la strada verso il lavoro a tempo indeterminato era in discesa una volta conseguita la matuità.

 

Quindi un altro obbrobrio è la disoccupazione con i postimigliori  riservati alle famiglie dell’oligarchia dominante mentre le multinazionali possono arbitrariamente licenziare lavoratori già sottopagati .

Le donne subiscono la maggiore ingiustizia anche in questo campo.

Ma di queste lavoratrici messe in mezzo alla strada, magari con i figli, non si parla abbastanza nei “buoni salotti” televisivi.

 

Poi l’abominio del virus che continua a mietere vittime da due anni tenuto in vita com’è da un ottimismo professato a vanvera da cosiddetti scienziati continuamente smentiti dalla realtà effettuale, insomma dai contagiati e dai morti, se questi potessero parlare.

Siamo arrivati a meno di un mese da Natale con i contagi che crescono, e migliaia di persone in più infettate ogni giorno, decine di morti quotidiani mandati al cimitero dal virus, e si continua a dire che tutto può rimanere aperto per i vaccinati, quando è evidente che il vaccino riduce il contagio ma non lo annienta. Si dice trionfalmente che il 64% dei ricoverati in ospedale non è vaccinato. La parte rimanente però non è minima ed è la prova che non è impossibile né troppo difficile contagiarsi anche da vaccinati.

Tuttavia le compere natalizie con gli annessi affollamenti nei mercati sono necessarie alla crudele  divinità dell’economia e,  quindi, i rischi di malattia e di morte vanno minimizzati.

Una nota relativa alla dizione dei conduttori dei telegiornali: ultimamente la parola rischi viene pronunciata sistematicamente “ricchi”, forse per renderla meno inquietante. Qualche rischio può essere bello come dice Socrate nel Fedone di Platone kalo;ς ga;r oJ kivndunoς” (114d), ma non quello di morire soffocato da questo covid purtroppo ancora presente e vivo.  

Bologna 25 novembre 2021 ore 20, 06.

Ci sarebbero altri fatti da deplorare ma per oggi mi fermo qui

E’ ora di riposarsi correndo. Anche correre serve a ridurre i rischi. Quelli brutti assai.

giovanni ghiselli

p. s

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