Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica
Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica
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sabato 6 novembre 2021
Tranvalutazioni. La negatività dell’oro.
Nelle Nuvole di Aristofane il discorso Giusto dà del buffone bwmolovco" e parricida kai; patraloiva" ( 910- 911) all’Ingiusto
“Non vedi che mi copri d’oro?” gli domanda l’Ingiusto 912
Il Giusto ribatte che una volta si trattava di piombo (moluvbdw/).
-nu'n dev ge kovsmo" tou't j ejsti;n moi (914), ma ora questo per me è un ornamento gli fa, l’Ingiusto.
E’ ancora una volta il capovolgimento del valore usuale delle parole.
Anche i metalli si transvalutano: l’oro si svaluta e il piombo si valuta.
Perfino il veleno si rivaluta rispetto all’oro
Cfr. anche Shakespeare
nel Romeo e Giulietta il protagonista, comprando un veleno, afferma che l'oro, dato allo speziale per pagare il liquido tossico, è "worse poison", è un veleno peggiore, per l'anima degli uomini.
Esso "commette in questo odioso mondo più assassinii, che non queste povere misture; io vendo a te del veleno, tu non ne hai venduto a me" (5, 1). L’oro dunque è un veleno.
Tibullo attribuisce la colpa della guerra al vizio dell'oro:" Quis fuit horrendos primus qui protulit enses? /Quam ferus et vere ferreus ille fuit!// Tum caedes hominum generi, tum proelia nata,/tum brevior dirae mortis aperta via est.// An nihil ille miser meruit; nos ad mala nostra/vertimus, in saevas quod dedit ille feras?//Divitis hoc vitium est auri, nec bella fuerunt,/faginus adstabat cum scyphus ante dapes " (I, 10, 1-8), Chi per primo ha tirato fuori le orrende spade? Oh quanto feroce e davvero ferreo fu quello! Allora la strage nacque per il genere umano, allora la guerra, allora più breve si è aperta la via della morte tremenda. Oppure quel disgraziato non ebbe colpa; ma noi volgemmo a nostro danno quello che egli ci diede contro le belve feroci?
Questa è colpa del ricco oro, e non c'erano guerre quando una coppa di faggio stava davanti alle vivande. Era già l'età del business .
Leopardi nella Palinodia al marchese Gino Capponi chiama ironicamente Aureo secolo quello che "ormai volgono i fusi delle Parche" (38) e menzione le stragi che coprono l'Europa e l'altra riva dell'Atlantico per le spezie "o cagion qual si sia ch'ad auro torni" 68.
La sopravvalutazione della chiacchiera
L’Ingiusto dà all’avversario del vecchio Krovno" (929), un sorpassato.
Il Giusto ribatte che la gioventù farà bene ad ascoltare i suoi insegnamenti se vorrà salvarsi e non praticare solo la chiacchiera-kai; mh; lalia;n movnon ajskh'sai (Nuvole, 931).
Cfr. Il pensiero dominante di Leopardi: “Di questa età-superba,-che di vote speranze si nutrica,-vaga di ciance, e di virtù nemica;-stolta, che l’util chiede,-e inutile la vita-quindi più sempre divenir non vede; maggior mi sento” (59-65)
Bologna 6 novembre 2021 ore 17, 45
giovanni ghiselli
p. s
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