La vecchia III trascina il ragazzo dentro la porta.
La vecchia II li segue.
Il ragazzo commisera se stesso per essere finito preda dei mostri.
Si attribuisce qualifiche di infelicità: kakodaivmwn- posseduto da un cattivo genio, barudaivmwn- oppresso dal destino- dustuchv" sventurato, per essere finito in balia di simili belve- toiouvtoi" qhrivoi" (1101-1103).
La metamorfosi della donna in belva feroce può essere attribuito anche alla moglie non vecchia.
Nell'esodo della Medea di Euripide Giasone apostrofa l'assassina chiamandola:"levainan[1], ouj gunai'ka, th'" Turshnivdo"-Skuvllh" e[cousan ajgriwtevran fuvsin" (vv.1342-1343, leonessa, non donna, con l'indole più feroce della Tirrenia Scilla.
Questa è la satanessa primordiale che Omero descrive come un mostro con sei teste e sei bocche, ognuna munita di tre file di denti con i quali ghermisce sei compagni di Ulisse ( Odissea , XII, vv. 85 e sgg.).
Per quanto riguarda la moglie leonessa, Cassandra, nell'Agamennone di Eschilo, individua in Clitennestra, la moglie adultera e assassina, la mostruosità ibrida chiamandola "divpou" levaina" (v. 1258), bipede leonessa. Ricordo che nella letteratura greca l'ibrido rimanda spesso al caos primordiale[2].
Nell’esodo delle Baccanti di Euripide Cadmo dice:"davmart' ejmhvn,-dravkwn drakaivnh" <<fuvsin> e[cousan ajgrivalln-a[xw" , guiderò io drago la mia sposa con natura selvaggia di dragonessa (vv.1357-1359)
La donna offesa dall'uomo diventa una belva con i bambini: oltre Medea , ricordiamo l'Idotea di Sofocle e la Procne di Ovidio.
Escono il ragazzo e le due vecchie ed entra l’ancella di Prassagora e Blepiro. Elogia il vino siccome rimane nel cervello per tanto tempo
ejn th'/ kefalh'/ ga;r ejmmevnei polu;n crovnon (1120)
mentre le altre cose dopo essere sfiorite volano tutte via- ta; d j a[ll j ajpanqhvsanta pavnt j ajpevpteto (1121).
Non tutte le cose buone sfioriscono invero: la bellezza che è un bene grande bene in effetti si riduce divorata per decenni da quel cormorano che è il tempo, tuttavia la potenza (duvnami") che il suo potere (kravto") ci dava possiamo rimpiazzarla in diversi modi con altre forme del potere: quello del sapere, o quello del denaro, o quello del comando.
Personalmente ho puntato sul sapere dire parole piene di significato e colpire la sfera motiva con queste, una competenza che piace alle persone più raffinate e più belle mentre rimane indifferente o dà perfino fastidio ai tellurici fangosi.
Con il potere del sapere parole e cose belle anzi ho sempre potenziato il mio aspetto: fin da bambino.
Bologna 16 novembre 2021 ore 21, 04
giovanni ghiselli
p. s.
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