martedì 16 novembre 2021

Aristofane Ecclesiazuse. La bipede leonessa. Il potere e la potenza della bellezza.


 

La vecchia III trascina il ragazzo dentro la porta.

 La vecchia  II  li segue.

Il ragazzo commisera se stesso per essere finito preda dei mostri.

Si attribuisce qualifiche di infelicità: kakodaivmwn- posseduto da un cattivo genio,  barudaivmwn- oppresso dal destino- dustuchv" sventurato, per essere finito in balia di simili belve- toiouvtoi" qhrivoi" (1101-1103).

 

La metamorfosi della donna in belva feroce può essere attribuito anche alla moglie non vecchia.

Nell'esodo della Medea di Euripide Giasone apostrofa l'assassina chiamandola:"levainan[1], ouj gunai'ka, th'" Turshnivdo"-Skuvllh" e[cousan ajgriwtevran fuvsin" (vv.1342-1343, leonessa, non donna, con l'indole più feroce della Tirrenia Scilla.

 Questa è la satanessa primordiale che Omero descrive come un mostro con sei teste e sei bocche,  ognuna  munita di tre file di denti con i quali ghermisce sei compagni di Ulisse ( Odissea , XII, vv. 85 e sgg.).

 

Per quanto riguarda la moglie leonessa, Cassandra, nell'Agamennone di Eschilo, individua in Clitennestra, la moglie adultera e assassina, la mostruosità ibrida chiamandola "divpou" levaina" (v. 1258), bipede leonessa. Ricordo che nella letteratura greca l'ibrido rimanda spesso al caos primordiale[2].

 

Nell’esodo delle Baccanti di Euripide Cadmo dice:"davmart' ejmhvn,-dravkwn drakaivnh" <<fuvsin> e[cousan ajgrivalln-a[xw" , guiderò io drago  la mia sposa con natura selvaggia di dragonessa (vv.1357-1359)

La donna offesa dall'uomo diventa una belva con i bambini: oltre  Medea , ricordiamo l'Idotea di Sofocle e la Procne di Ovidio.

 

Escono il ragazzo e le due vecchie ed entra l’ancella di Prassagora e Blepiro. Elogia il vino siccome rimane nel cervello per tanto tempo

ejn th'/ kefalh'/ ga;r ejmmevnei polu;n crovnon (1120)

mentre le altre cose dopo essere sfiorite volano tutte  via- ta; d j a[ll j ajpanqhvsanta pavnt j ajpevpteto (1121).

Non tutte le cose buone sfioriscono invero: la bellezza che è un bene grande bene in effetti si riduce divorata per decenni da quel cormorano che è il tempo, tuttavia la potenza (duvnami") che il suo potere (kravto") ci dava possiamo rimpiazzarla in diversi modi con altre forme del potere: quello del sapere, o quello del denaro, o quello del comando.

Personalmente ho puntato sul sapere dire  parole piene di significato e colpire la sfera motiva con queste, una competenza che piace alle persone più raffinate e più belle mentre rimane indifferente o dà perfino fastidio ai tellurici fangosi.

Con il potere del sapere parole e cose belle anzi ho sempre potenziato il mio aspetto: fin da bambino.

 

Bologna 16 novembre 2021 ore 21, 04

giovanni ghiselli

p. s.

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Il mese scorso8104

 



[1] Cfr. anche v. 187.

[2] Cfr. Baccanti, 1357-1359:"davmart' ejmhvn,-dravkwn drakaivnh" <<fuvsin> e[cousan ajgrivan-a[xw" , guiderò io drago  la mia sposa con natura selvaggia di dragonessa.

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