lunedì 15 novembre 2021

La vecchia ligia alle nuove leggi e il giovane riottoso. Un poco di Antigone sofoclea: disciplina e anarchia.



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 La vecchia risponde al giovane che è lui a vaneggiare: ejgw;  d j a[xw s j ejpi; tajma; strwvmata- 1001, io ti porterò dsteso (cfr. storevnnumi, sterno, strata)  nel mio letto.

 

Il agazzo allude all’anziana piegata in due e dice che non c’è bisogno di comprare uncini per il secchi del pozzo: si può usare questa vecchietta (1003).

 

Questa gli chiedere di non sfotterla ma di seguirla in casa.

 

Il giovane fa cenno al deposito di una parte dei proprio beni ma l’allusione non è chiara.

Comunque la vecchia non gli dà peso e insiste a corteggiarlo dicendo toi'" thlikouvtoi" xugkaqeuvdusa h{domai (1009) io godo a dormire con quelli della tua età.

 

Ma non c’è alcuna corrispondenza perché il ragazzo dice di soffrire il peso- a[cqomai-1010 di quelle dell’età di lei cui non obbedirà mai.

 

La vecchia ricorre all’extrema ratio: tira fuori il papiro e legge il decreto yhvfisma che obbliga un giovane a soddisfare una vecchia prima di godere di una giovane. Se si rifiuta, la vecchia può afferrare il ragazzo  per il chiodo e trascinarlo.

Fuor di metafora il ragazzo può essere afferrato per il membo virile ed essere condotto a forza a far la voglia della vecchia.

 

L’amore si può conquistare in tanti modi, ma non si può estorcere, né imporre per legge.

 

Lo yhvfisma di Prassagora è come il decreto di Creonte nell’Antigone: è contro natura.

Antigone ritiene giusto disobbedire a Creonte poiché i suoi decreti contraddicono gli " a[grapta kajsfalh' qew'n-novmima"(vv.454-455), i diritti degli dei, non scritti e non vacillanti.

 

A questo proposito Isocrate nell'Areopagitico  scrive:"ouj ga;r toi'" yhfivsmasin, ajlla; toi'" h[qesin kalw'" oikei'sqai ta;" povlei"" (41), infatti le città si governano bene non con i decreti ma con i buoni costumi; e Tacito nella Germania (19) :"plusque ibi boni mores valent quam alibi bonae leges ", valgono più là i buoni costumi che altrove le buone leggi.

 

Creonte dunque domanda alla ragazza ribelle:"E allora osavi trasgredire queste leggi?" ( kai; dh't j ejtovlma" touvsd j ujperbaivnein novmou" ; Sofocle,  Antigone, 449)

Antigone risponde: “ Sì, infatti secondo me non è stato per niente Zeus il banditore di questo editto-oJ khruvxa" tavde-né Giustizia che convive con gli dei di sotterra/determinò tali leggi- toiouvsde novmou"- tra gli uomini,/né pensavo che i tuoi bandi – khruvgmaq j -avessero tanta/forza-duvnasqai- che tu, essendo mortale, potessi oltrepassare/i diritti degli dei, non scritti e non vacillanti a[grapta kajsfalh' qew'n-novmima " (vv. 450-455)

 

Il ragazzo cerca di evadere con un gioco di parole dicendo oi[moi: Prokrouvsth" thvmeron genhvsomai (Ecclesiazuse, 1021),  ahimé oggi diventerò Procruste. Questo era un brigante che stava tra Megara e Atene e metteva le sue vittime in un letto corto se erano alte, poi le tagliava, mentre se erano piccole le metteva in un letto lungo poi le stirava. Venne ucciso da Teseo.

Il ragazzo dunque evoca un letto tremendo e nello stesso tempo il nome Procruste contiene il verbo prokrouvw che significa allungare percuotendo, sbattendo.

La vecchia non se ne cura e ribadisce toi'" ga;r novmoi" toi'" hJmetevroisi peistevon (1022), in effetti si deve obbedire alle nostre leggi.

 

Anche Creonte, parlando con il figlio Emone  che ama Antigone, professa il culto della disciplina identificandola con la salvezza :"swv/zei ta; polla; swvmaq& hJ peiqarciva" (Antigone, 676), mentre, ha premesso,  l’anarchia è il male più grande- ajnarciva" de, mei'zon ouj e[stin kakovn (672)

 

Bologna 15 novembre 2021 ore 19, 30. Ora vado a correre per meritarmi la cena e per condirla con la fame

giovanni ghiselli

p. s.

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