mercoledì 17 novembre 2021

Seconda riflessione su Carta Bianca del 16 novembre 2021.

 


 

Voglio aggiungere qualche altra considerazione su quanto ho visto ieri a Carta Bianca.

Devo dire che la maleducazione sempre volgare, a tratti untuosa, in certi momenti perfino violenta con cui è stata accolta l’ospite invitata Maddalena Loy non è solo un fatto disgustoso ma pure pericoloso: è un attentato alla libertà di parola.

Dico di più: il fatto che non si possano esprimere dei dubbi su quanto pensano quasi tutti e viene ufficialmente pensato, e deve essere pensato, prelude alla tirannide. I maltrattamenti palesi o coperti dall’untuosità ricevuti ieri da una signora invitata alla trasmissione, Maddalena Loy che cercava di esprimere educatamente il suo pensiero e ne è stata impedita da quattro maleducati i quali potevano certamente non condividere quanto voleva dire ma dovevano ascoltarla come lei ascoltava loro,  e dovevano lasciarlo ascoltare agli spettatori, ebbene tale prepotenza è inquietante perché può diventare esemplare per chi non tollera alcuna contraddizione al pensiero unico del padrone unico, del tiranno. Sono contento del fatto che già trenta persone hanno approvato la mia critica di ieri alla trasmissione della Berlinguer. Sono certo che ne seguiranno altre. Il giudizio critico non è morto del tutto. Certo è che ha minore visibilità rispetto al conformismo di chi ripete, magari per il proprio utile, gli stereotipi imposti.

Vorrei che le femministe, il cui pensiero unico è che tutti gli uomini sono almeno potenzialmente degli stupratori, denunciassero la  violenza verbale con cui è stata trattata una donna meritevole di rispetto e attenzione.

Se qualcuno volesse anatemizzarmi come no vax ripeto che sono bivaccinato e assumerò nel mio sangue anche la terza dose.

Questo però non toglie che ho il diritto di ascoltare chi ha dei dubbi su qualsiasi cosa, compreso il vaccino, e che io stesso possa avere ed esprimere dei dubbi miei e con parole mie, o anche tratte dai miei educatori, su quanto si pensa e si deve pensare.

Concludo citando queste parole di Seneca:

 Nihil ergo magis praestandum est quam ne pecorum ritu sequamur antecedentium gregem, pergentes non quo eundum est sed quo itur[1], niente allora dobbiamo fare con cura maggiore che evitare di seguire il gregge di coloro i quali ci stanno davanti, alla maniera delle bestie, dirigendoci non dove dobbiamo andare ma dove si va. 

Bologna 20 novembre 2021 ore 9, 24

giovanni ghiselli

p. s

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[1] Seneca, De vita beata, 1, 3.

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