Contro la colonizzazione di Marte e il turismo spaziale
Raptores orbis, postquam cuncta
vastantibus defuere terrae, Martem scrutantur. (cfr. Tacito, Agricola,
30) ladroni del pianeta, dopo che alla loro devastazione totale sono venute
meno le terre, frugano Marte.
Penso agli empi che vogliono
andare a colonizzare Marte allontanandosi dal sole, e per vivere là devono
creare un ambiente tutto artificiale dopo avere cercato di desolare la terra.
Biasimo anche il turismo
spaziale siccome impiega denaro che dovrebbe essere investito nella terra dove
gli operai vengono licenziati da un giorno all’altro.
In ogni caso non si deve mai perdere l’amore per la
vita terrena e per la stessa terra:“ Bleibt
mir der Erde treu, meine Brüder, mit der Macht euer Tugend! Restatemi
fedeli, fratelli miei, alla terra con tutta la forza della vostra virtù! Il
vostro amore, che tutto dona, e la vostra conoscenza servano il senso della terra”. Così parla
Zarathustra (…) Bacia la terra e amala incessantemente, insaziabilmente-dice lo
starets Zosima-cerca questa estasi e questa esaltazione. Bagna la terra con le
lacrime della tua gioia e ama queste tue lacrime”[1].
“Di fronte a ogni realtà naturale Confucio dice sempre
di sì”[2].
Zosima muore baciando la terra: “si lasciò scivolare
dolcemente dalla poltrona sul pavimento, e inginocchiandosi, si chinò col viso
fino a toccar terra, si prosternò, allargò le braccia in croce; e come invaso
dall’estasi, baciando la terra e pregando (come appunto aveva insegnato a
fare), serenamente e gioiosamente rese l’anima a Dio”[3].
Alioscia segue l’esempio del maestro: “Una notte
fresca e calma fino all’immobilità avvolse la terra (…) Alioscia rimase a
guardare per un momento quello spettacolo, poi, ad un tratto, si gettò con la
faccia a terra come se l’avessero falciato. Egli non sapeva perché
l’abbracciasse, non si rendeva conto della ragione per cui gli fosse venuta
quella terribile voglia di baciarla, di baciarla tutta; ma egli la baciava
piangendo, singhiozzando, inondandola delle sue lacrime, e giurando, in uno
slancio impetuoso, di amarla, di amarla eternamente. “Inonda la terra delle tue
lacrime di gioia, e amale, codeste tue lacrime…”, disse una voce nella sua
anima”[4].
Il principe idiota e pure geniale: “Io non so come sia
possibile passare accanto a un albero e non sentirsi felici (…) Guardate un
bambino, guardate l’alba divina, guardate come cresce un fuscello, guardate
negli occhi che vi guardano a loro volta e vi vogliono bene” (L’idiota, p. 700)
Si pensi alla “cura di Anteo”, un gigante libico che
uccideva i viandanti e acquisiva forza dal contatto con sua madre, che poi è la
madre di tutti,
Bologna 1 novembre 2021 10, 22 ora solare
giovanni ghiselli
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