Già docente di latino e greco nei Licei Rambaldi di Imola, Minghetti e Galvani di Bologna, docente a contratto nelle università di Bologna, Bolzano-Bressanone e Urbino. Collaboratore di vari quotidiani tra cui "la Repubblica" e "il Fatto quotidiano", autore di traduzioni e commenti di classici (Edipo re, Antigone di Sofocle; Medea, Baccanti di Euripide; Omero, Storiografi greci, Satyricon) per diversi editori (Loffredo, Cappelli, Canova)
NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica
Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica
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martedì 5 ottobre 2021
Chi sono i “borghesoni”.
Michele Serra nella sua rubrica L’amaca del quotidiano “la Repubblica” di oggi 5 ottobre 2021 sostiene che “un bel borghesone del centro storico, moderato, liberale, europeista e addirittura democratico per loro sarebbe la salvezza”. Questi “loro” sono “i capoccioni populisti” che dovrebbero capire questo.
Ora che la piccola e media borghesia stanno scivolando nel proletariato, non credo che questa classe in discesa sia incline a seguire tale “ borghesone”.
L’articolo intitolato “La strana destra senza borghesia” si conclude con queste parole: “E’ ancora da dimostrare che la sinistra abbia perso il popolo; ma è totalmente vero che la destra populista ha perso la borghesia e con essa le città. E non solo il centro storico”.
La sinistra vera, quella cui mi onoro di appartenere da molti decenni, dovrebbe conquistare il favore e i voti della maggioranza del popolo favorendone il progresso, ossia dando a tutti una buona scuola, un’ottima medicina, spettacoli di valore estetico, di forza formativa e moralmente educativa, poi servizi funzionali alle esigenze e ai bisogni di ciascuno, partendo dagli ultimi.
I borghesoni in questione non hanno fatto questo, né la borghesia in generale, pure se non sono mancati isolati casi di filantropia da parte di ricchi borghesi, borghesi eccezionalmente buoni, non borghesoni.
Vi propongo alcune testimonianze, a parer mio autorevoli, su ciò che è tipicamente borghese.
Karl Marx
La borghesia non lascia tra uomo e uomo "altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato pagamento in contanti. Essa ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i santi fremiti dell'esaltazione religiosa, dell'entusiasmo cavalleresco" .
Sentiamo un anatema di P.P. Pasolini contro la cultura pragmatica, “senza carità” che è quella borghese: “io per borghesia non intendo tanto una classe sociale quanto una vera e propria malattia. Una malattia molto contagiosa: tanto è vero che essa ha contagiato quasi tutti coloro che la combattono: dagli operai settentrionali, agli operai immigrati dal Sud, ai borghesi all’opposizione, ai “soli” (come son io). Il borghese - diciamolo spiritosamente – è un vampiro, che non sta in pace finché non morde sul collo la sua vittima per il puro, semplice e naturale gusto di vederla diventar pallida, triste, brutta, devitalizzata, contorta, corrotta, inquieta, piena di senso di colpa, calcolatrice, aggressiva, terroristica, come lui. ”
“Nessuna opera, di narrativa, di poesia, di filosofia che conti può conciliarsi ideologicamente-per la contradizion che nol consente-con il lettore medio borghese: ogni opera di poesia è fondamentalmente innovativa, e quindi scandalosa. E il borghese teme soprattutto, come la peste, l’innovazione e lo scandalo: egli è conservatore quando non è reazionario. La poesia lo contraddice alle radici” .
Don Lorenzo Milani, un prete sublime.
“Una classe che non ha esitato a scatenare il fascismo, il razzismo, la guerra, la disoccupazione. Se occorresse “cambiare tutto perché non cambi nulla” non esiterà a abbracciare il comunismo” .
Claudio Magris
“La vita borghese è micrologia, visione analitica e riduttiva nella quale l'esistenza non fa più balenare un senso globale che la illumini e le dia valore” .
Note
Manifesto del partito comunista di Marx-Engels, p. 59.
2P- P. Pasolini, Il caos, p. 39.
3P. P. Pasolini, Le belle bandiere, p. 128,
4La frase fra virgolette è nel romanzo “Il Gattopardo”. La dice un principe siciliano all’arrivo dei garibaldini (1860). Poi fa il garibaldino anche lui e così non perde né i soldi né il potere. Scuola di Barbiana. Lettera a una professoressa, p. 74.
5 C. Magris, L’anello di Clarisse, p. 191
Pesaro 5 settembre 2021 ore 16, 52
giovanni ghiselli
p. s.
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