NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 6 ottobre 2021

Aristofane, "Lisistrata". 14. I misantropi non sono sempre anche misogini



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Timone di Atene ne era vaghissimo, mentre Ippolito “delle femmine era così vago come sono i cani de’ bastoni”.

 

Il Coro di vecchi ricorda il mitico cacciatore Melanione ed era schifato riguardo le donne - ta;" gunai'ka" ejbdeluvcqh - 795 (bdeluvssw, rendo abominevole). Feuvgwn gavmon ajfivket j ej" ejrhmivan (786) jelagoqhvrei - lagwv" - lagwv - oJ lepre; qhvra caccia - , quindi, fuggendo le nozze, si ritirò nella solitudine e andava a caccia di lepri intrecciando reti e aveva un cane. Mai più tonò a casa tanto aborriva le donne

 Non meno di Melanione fanno i casti saggi, conclude il coro.

 

Si può accostare la figura di questo sordido anacoreta a quella dell’Ippolito di Euripide per quanto riguarda l’aborrimento delle donne.

Nell'Ippolito il protagonista, sdegnato con la matrigna, è talmente disgustato e terrorizzato dalle femmine, ingannevole male per gli uomini ("kivbdhlon ajnqrwvpoi" kakovn ", v. 616), male grande ("kako;n mevga", v. 627), creatura perniciosa, o, più letteralmente, frutto dell'ate ("ajthrovn ...futovn", v. 630) che auspica la loro collocazione presso muti morsi di fiere (vv. 646 - 647) e la propagazione della razza umana senza la partecipazione delle femmine umane.

Sentiamo alcune parole del "puro" folle che dà in escandescenze:

 "O Zeus perché ponesti nella luce del sole le donne, ingannevole male per gli uomini? Se infatti volevi seminare la stirpe umana, non era necessario ottenere questo dalle donne , ma bastava che i mortali mettendo in cambio nei tuoi templi oro e ferro o un peso di bronzo, comprassero discendenza di figli, ciascuno del valore del dono offerto, e vivessero in case libere, senza le femmine. Ora invece quando dapprima stiamo per portare in casa quel malanno, sperperiamo la prosperità della casa" (vv. 616 - 626).

 

Questa fantasia contro natura della genesi senza le donne viene manifestata da altri personaggi della letteratura come Adamo nel Paradise Lost (1658 - 1665) del "puritano d'incrollabile fede" John Milton (1608 - 1674).

 Il progenitore dell’umanità si chiede perché il Creatore, che ha popolato il cielo di alti spiriti maschili, ha creato alla fine sulla terra questa novità, questo grazioso difetto di natura ( this fair defect of Nature ) e non ha riempito subito il mondo con uomini simili ad angeli senza il femminino, o non ha trovato un altro modo per generare l'umanità ("or find some other way to generate Mankind? ", X, 888 e sgg.).

Non meno innaturale è la partenogenesi.

 

Non mancano abbozzi di corteggiamento pur subito contraddetti

Il corifeo propone

“Voglio baciarti vecchia” - bouvlomaiv se grau`, kuvsai - kunevw - 797

“allora non ti convengono le cipolle” risponde lei

Il vecchio fa la mossa di prenderla a calci.

E la vecchia: hai un grosso cespuglio!

Il vecchio nomina due valorosi capi militari pelosi in quel posto e dalle natiche nere melavmpugo" - 803 - . Segni di virilità.

 

Il Coro di donne in risposta al precedente ricorda Timone il misantropo con il volto recinti dalle spine, progenie delle Erinni, odiava gli uomini, però amava moltissimo le donne - tai'si de; gunaixi;n h\n fivltato" (Lisistrata, 821).

 

Nel Timone d'Atene di Shakespeare (1607) il protagonista diventato misantropo per l’ingratitudine umana dice: All’s obliquy; - there is nothing level in our cursed – natures - but direct villainy. Therefore be abhorred - all feasts, societies, and throngs of men - His semblable (similis - ) yea himself, Timon disdains - (dedignari) - Destruction fang - (azzanni, allied to latin pangere conficcare affondare) mankind. IV, 3, 18 - 24), tutto è storto, non c’è niente di diritto nella nostra natura maledetta, se non la malvagità diretta al male. Perciò sono da detestare tutte le feste, compagnie e folle di uomini. Timone disprezza il suo simile, anzi se stesso. Che la distruzione azzanni l’umanità.

 

 Plutarco nella Vita di Alcibiade (16) racconta che Tivmwn oJ misavnqrwpo~ ,imbattutosi un giorno in Alcibiade che tornava dall’assemblea popolare soddisfatto per un successo, non lo scansò come era solito fare con gli altri, ma anzi gli andò incontro, gli strinse la destra e gli disse: “fai bene ragazzo a crescere in potenza: mevga ga;r au[xei kako;n a{pasi touvtoi~, così accresci di molto il male a tutti questi.

 

Un vecchio e una vecchia si minacciano a vicenda: lui mostrando i pugni, lei propspettandogli dei calci.

Lui fa: così mostrerai la fica.

E lei: comunque non la vedresti pelosa komhvthn 827 ma depilata al lucignolo anche se sono vecchia. Non manca un tantino di corteggiamento pure tra questi nemici, e vecchi per giunta.

 

Lisistrata lancia l’allarme siccome si avvicina un uomo in preda al delirio di Afrodite. Mirrina vede arrivare suo marito Cinesia Kinhsiva" (cfr. kinevomai, sono eccitato) 837

Lisistrata le dice che deve sedurlo e ingannarlo - ejjxhperopeuvein - senza concedergli quello che ha giurato sulla coppa di vino.

hjpropeuthv" è il seduttore Paride in Iliade 13, 769.

 

Bologna 6 ottobre 2021 ore 10, 51

giovanni ghiselli

 

p. s.

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