NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

LE NUOVE DATE! Protagonisti della Storia Antica | Biblioteche Bologna   -  Tutte le date link per partecipare da casa:    meet.google.com/yj...

lunedì 4 ottobre 2021

Aristofane, "Lisistrata". 9. L’eterno marito

 

PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUI

 

La complicità di chi obbedisce all’imposizione del male

 

Scene giambiche 387 - 466

 

Entra un provboulo", un consigliere, un commissario politico delegato perché deliberi prima.

 

 Prov, boulhv, si pensi al collegio dei dieci Probuli che dopo la catastrofe della spedizione in Sicilia “pre - meditarono” e prepararono il governo oligarchico dei Quattrocento del maggio - giugno 411.

Vennero eletti quali Commissari con pieni poteri. Tra questi c’era il vecchio Sofocle.

 

Nella Retorica di Aristotele leggiamo che quando Pisandro domandò ql tragediografo se era del parere, come gli altri probuli di istituire i Quattrocento, rispose di sì: “ouj ga;r h\n a[lla beltivw” (1419a), poiché non c’erano altre soluzioni migliori.

 

Comunque in seguito Sofocle prese le distanze dall'operato del regime oligarchico, se è vero, come afferma Canfora  che, agli Ateniesi, il giovane e leale Neottolemo  del Filottete  doveva  ricordare lo stratego Trasillo il quale era stato  "il promotore del giuramento di fedeltà alla democrazia dei marinai di Samo, il restauratore della democrazia in Atene dopo i mesi dell'egemonia terameniana, il vincitore, con Alcibiade, ad Abido ( i due leoni che debbono marciare fianco a fianco secondo la profezia di Eracle )".  

Nella stessa tragedia, del 409, Sofocle allude con la figura del protagonista Filottete ad Alcibiade , e con il personaggio di Odisseo, uomo maturo e senza scrupoli  a Teramene, detto,  per la sua ambiguità politica, il coturno, in quanto si adattava a situazioni diverse come la calzatura da teatro a entrambi i piedi.

"Gli spettatori potevano riconoscere in Odisseo il troppo abile e spregiudicato Teramene, prima (in quanto leader dei Quattrocento) avversario di Alcibiade, quindi promotore del suo rientro: ma promotore 'deluso', dal momento che al suo decreto Alcibiade non ha prestato ascolto per quasi due anni ".

Queste identificazioni mi sembrano un tantino fantasiose.

 

La nostra commedia venne rappresentata qualche mese prima che iniziasse la dittatura dei Quattrocento.

 

Il Probulo dunque lamenta l’imperversare della dissolutezza delle donne - gunaikw'n hj trufhv (Lisistrata, 387), i loro tiasi seguaci di riti orientali, con il tumpanismov" il tambureggiare e i ripetuti evviva a Sabazio (una divinità frigia simile a Dioniso) e pure il lutto per Adone sui tetti.

 

Una volta, quando Demostrato, partigiano di Alcibiade, perorava la partenza per la Sicilia, che vada in malora, la moglie danzando gridava “ahi Adone!” E quando il marito proponeva di arruolare gli opliti di Zacinto , lei sbronza sul tetto diceva: “ battetevi il petto per Adone!” (396) E intanto lui infuriava.

 

Nella Vita di Alcibiade (18), Plutarco racconta che l’oratore Demostrato propose una legge per la quale gli strateghi - Alcibiade - Nicia e Lamaco - dovevano avere i pieni poteri - tou;" strathgou;" aujtokravtora" ei\nai -  durante il corso e la preparazione della guerra. I presagi però non furono favorevoli - ouj crhstav - . Cadevano proprio in quei giorni le feste di Adone e le donne portavano in giro immagini di morti, e, battendosi il petto, simulavano sepolture e cantavano inni funebri - tafa;" ejmimou'nto koptovmenai kai; qrhvnou" h\/don - . Una notte poi ci fu tw'n jErmw'n perikophv, la mutilazione di gran parte delle Erme cui vennero tagliate le teste - mia'/ nukti; tw'n pleivstwn ajkrwthriasqentwn ta; provswpa.

 

Dei riti per la morte di Adone parla anche Ammiano Marcellino

Giuliano Augusto giunse a Tarso, poi si affrettava verso Antiochia orientis apicem pulchrum, culmine bello dell’oriente.

Molte persone lo acclamavano quale salutare sidus, una stella di salvezza.

Evenerat autem isdem rebus, annuo cursu completo, accadeva che quei giorni del 361 Adonēa ritu veteri celebrari, secondo l’antico rito si celebrassero le feste in onore di questo giovane amato Veneris, apri dente ferali deleto, quod in adulto flore sectarum est indicium frugum (22, 9). Visum est triste quod introeunte imperatore nunc primum ululabiles undique planctus et lugubres sonus audiebantur.

 

Il Probulo conclude questo discorso notando di quali eccessi ajkolasthvmata -  sono capaci quelle impunite delle donne (398).

Il corifeo biasima anche l’ insolenza  - u{brin -   femminile, ricordando che loro, i vecchi maschi, hanno subìto una doccia.

Il Consigliere aggiunge che tutti i maschi ne hanno colpa siccome hanno concesso troppo alle mogli dando loro occasione di farsi degli amanti. Per esempio: noi andiamo dall’orefice a dire che dalla collana della moglie che ballava è uscita una ghianda (bavlano" 410, ghianda e glande). Quindi aggiungiamo che dobbiamo  andare a Salamina e diamo all’orefice l’incarico di passare da lei per ficcare al suo posto la “ghianda”.

 

Un altro marito -  il vero eterno msarito in senso dostoeskiano -  -  va dal  calzolaio -  pro;" skutotovmon -   un giovanotto che ha un bischero che non scherza -  neanivan kai; pevo" e[cont j ouj paidikovn -  (415) -  mica da ridere dicono a Parma -   e gli chiede di andare sul mezzogiorno ad allargare una fibbia che stringe il mignolo del piede tanto delicato della moglie - to; daktulivdion pievzei aJpalovn (419).

 

Lisia racconta un adulterio subito da un campagnolo che si lasciava abbindolare dalla moglie la quale venne adocchiata dall’amante, un seduttore di professione, durante i funerali della suocera della sposa. La serva faceva da messaggera tra i due. Il marito, l’eterno marito, quando scoprì la tresca, in casa sua, uccise il ganzo disteso nel letto della moglie. Lisa lo difese scrivendogli In difesa di Eufileto (Per l’uccisione di Eratostene).

Pavel Pavlovič è l’eterno marito di  Dostoevskij: "Un individuo simile nasce e si sviluppa unicamente per ammogliarsi e, una volta ammogliato, per trasformarsi unicamente in un'appendice della moglie, anche quando egli abbia una personalità sua, ben determinata. La proprietà essenziale di un simile marito è quel certo ornamento. Egli non può non essere cornuto, così come il sole non può non risplendere, però non soltanto non ne sa mai nulla, ma non potrà mai saperlo per le leggi medesime della natura…E a un tratto, in modo del tutto inatteso, Pavel Pavlovic si fece con due dita le corna sulla fronte calva, e ghignò piano, a lungo. Rimase così, con le corna e ghignando, per mezzo minuto almeno, guardando Vel'caninov  negli occhi in una specie di ebbrezza della più perfida insolenza" .

 

Questa debolezza dei mariti che rasentano la parte dei lenoni, non va bene: dunque bisogna reagire. Il Probulo in qualità di Commissario ordina di portare dei pali per forzare le porte chiuse.

Ma Lisistrata apre e dice: non c’è bisogno di forzare ejxevrcomai ga;r aujtomavth (431), vengo fuori da sola. Non servono pali ma senno e giudizio.

 

Il Probulo ordina l’arresto di Lisistrata, ma intervengono Cleonice e Mirrina per impedirlo. L’arciere poliziotto viene fermato dalle tre donne. Volano minacce reciproche. Lisistrata convoca schiere di donne venditrici di grani, legumi, ortaggi, agli, pane, e pure delle ostesse 460. Le donne incalzano gli arcieri sciti che fuggono.

Lisistrata trionfa sul commissario che deplora la sconfitta degli arcieri. La donna gli fa: pensavi forse di trovare delle serve? 463

Agone 467 - 613

Il corifeo maschio sconsiglia il Probulo di venire a contesa con tali fiere che li hanno annaffiati

La corifea dice che non cerca brighe: vuole restare in pace, ma guai se vanno a provocarla: diventa come una vespa quando vanno a stuzzicarla o affumicarla.

Il Coro dei vecchi lamenta ancora la prepotenza delle donne, knwvdala 476 che hanno occupato l’Acropoli -  ijero;n tevmeno" -  sacro recinto 483. L’occupazione dell’acropoli con degli armati costituiva la presa del potere da parte del tiranno.

 

Il corifeo  chiede al Probulo di interrogare le donne sulle loro intenzioni.

Il Probulo allora domanda perché abbiano occupato l’Acropoli.

Lisistrata risponde “per mettere al sicuro il denaro, perché non facciate la guerra con esso” 488.

Lisistrata ricorda le ruberie di Pisandro ( uno dei cospiratori che preparavano  la reazione oligarchica). E aggiunge: “hjmei'" tamieuvsomen aujtov (494), il denaro lo amministreremo noi.

 

Il tesoro della Lega Delio - Attica costituito dai tributi degli alleati venne trasferito da Delo ad Atene nel 454.

 

Già amministriamo quello di casa.

 La polis dunque dovrebbe funzionare come la casa.

Ma il Probulo ribatte che con il denaro di Stato polemhtevon e[st j ajpo; touvtou - 496, bisogna fare la guerra.

 

Si pensi al denaro pubblico speso malissimo per fare le ultime guerre in Iraq e in Afghanistan.

Lisistrata replica ajll j oujde;n dei' prw'ton polemei'n (497), ma prima di tutto non c’è alcun bisogno di fare la guerra. Saremo noi a salvarvi. hjmei'" uJma'" swvsomen 498. Poi : sarai salvato, anche se non vuoi 499. E’ diventata una missionaria.

Il commissario rilutta alla salvezza proposta da Lisistrata, tuttavia la lascia parlare.

Lisistrata deplora il fatto che le donne abbiano  sopportato troppo a lungo qualunque cosa gli uomini facessero, anche quanto a loro dispiaceva. Se una provava a domandare che cosa si fosse deciso in assemblea, si sentiva rispondere : ouj sighvsei; (514) non vuoi stare zitta? -  kajgw;   jsivgwn e io tacevo.

Lei taceva e abbozzava dentro.

 Se loro, le mogli, provavano anche solo a domandare la ragione di scelte sbagliate, si sentivano rispondere povlemo" d’ a[ndressi melhvsei (520), la guerra sarà affare degli uomini.

Il commissario approva i mariti che facevano stare zitte le donne.

 Lisistrata obietta che questa maritocrazia è durata troppo a lunga e ha portato grande rovina alla città. Ora le donne si sono messe d’accordo per salvare l’Ellade. Adesso sono gli uomini che devono tacere e ascoltare le mogli: se tacete come facevamo noi ejpanorqwvsaimen a]n ujma`" -  528, potremmo raddrizzarvi, rimettervi su.

Lisistrata cerca le cause dei disastri che hanno colpito Atene, e la causa prima è l’esclusione delle donne dalla vita politica, dal dialogo con gli uomini. Questa protofemminista ateniese capisce che c’è stata una complicità delle donne nel provocare la loro esclusione: hanno tollerato e subito troppo a lungo la prepotenza maschile.

Le femministe di oggi non cercano mai le cause dei femminicidi e ne indicano soltanto una: la ferinità dei maschi. Le donne non dovrebbero subirla nemmeno se si manifesta soltanto con una risposta sgarbata, sul tipo di ouj sighvsei; non vuoi stare zitta? del v. 514. Se una persona, uomo o donna, non rifiuta uno sgarbo del genere, ne seguiranno di più gravi, sempre più gravi

 

Pesaro 4 ottobre 2021v ore 18, 03

giovanni ghiselli

 

p. s.

Statistiche del blog

Sempre1170145

Oggi181

Ieri251

Questo mese890

Il mese scorso6805

Nessun commento:

Posta un commento