Uno è il titolo di un articolo del solito quotidiano “la Repubblica” di oggi a pagina 24: “Le feroci divisioni della DAD”.
E’ già feroce l’uso di questo acronimo che non ho compreso a lungo, pur sapendo qualcosa di greco e di latino e avendo anche qualche altra virtù.
L’uso delle sigle è un modo per disprezzare e sconciare la nostra lingua madre.
La redattrice dell’articolo Claudia de Lillo attribuisce alla didattica a distanza ogni male della scuola.
Anche i mali che esistono da decenni sono attribuiti alla didattica a distanza chiamata DAD per disprezzo, come se io chiamassi Claudia de Lillo la CdL. Sarebbe offensivo, no?
Dunque i mali almeno decennali della scuola sono dati dal fatto che diversi docenti e parecchi discenti non studiano, non leggono, non parlano, ma chiacchierano. Il bla bla bla denunciato da Greta non usa solo nei bar e nei parlamenti ma quasi dappertutto oramai, perché la maggior parte della gente non studia e nemmeno legge i libri buoni, scritti bene e ricchi di idee.
La scuola è venuta meno alla sua funzione di ascensore sociale perché l’ascesa o assicurata prima di tutto dalle raccomandazioni, dai vantaggi presenti fin dal momento della nascita, e pochi istituti di eccellenza consentono il recupero da parte degli svantaggiati i quali del resto ne sono spesso esclusi in partenza.
La funzione rimasta alla scuola era quella della socializzazione dei ragazzi, una funzione importante, per carità.
Ma ancora più importante è la salute.
Leggo su internet che i nuovi contagi di oggi sono 228179, i morti 434, il tasso di positività è al 15, 4%.
Ho provato a cercare, sempre su internet, come erano questi dati un anno fa: 8824 contagi, 377 morti, 5, 51% il tasso di positività.
Spero di essermi sbagliato nel cercarli o nel leggerli o nel copiarli: controllate.
Dunque la didattica a distanza non è la migliore ma adesso è il male minore e disprezzarla già nominandola significa autorizzare i ragazzi a non studiare.
Mandarli a scuola tutti insieme del resto vuol dire lasciare al virus il possesso del campo.
Bologna 18 gennaio 2022 ore 20, 27.
Ora vado a correre un po’ per oppormi al contagio.
Per oppormi all’ignoranza invece ho studiato dalle 9 alle 12, poi dalle 17 alle 20.
Un paio di giorni fa, tornando dal giro ciclistico delle 12-14, ho incontrato un’ex allieva di quando insegnavo ai laureati della SSIS.
Una cara ragazza che mi ha detto: ricordo le tue prime parole: “chi vuole essere un bravo insegnante deve studiare per tutta la vita”.
Lo confermo
Saluti
Bologna 22 gennaio 2021 ore 20, 54
giovanni ghiselli
p. s.
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