martedì 18 gennaio 2022

Terenzio, Heautontimorumenos. 11

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Atto III scena terza, seconda e ultima parte (589-613)

 
Clitifone maledice Siro che non sta dalla sua parte come di solito accadeva
Il servo gli dice che dovrà tenere le mani a posto. Il ragazzo se ne va.
 
Siro allora suggerisce al padre di controllare il figlio perché righi dritto.
Cremete però vuole tornare sull’argomento dei quattrini da fare sborsare a Menedemo in favore.
Syro assicura di avere trovato poco prima un espediente de fallacia per imbrogliare il padre di Clinia.
Cremete vuole conoscere la trovata di Syro ma il servo prende tempo e cambia verso al suo giudizio su Bacchide: “Pessima est haec meretrix (599)
 
La persona che compie questi giravolte non è affidabile: è chiaro che vuole raggirare, attività tipica dei servi e di molti tra i nostri parlamentari come vediamo tutti.
La corerenza è invece segno di nobiltà. Nel romanzo di Tomasi Di Lampedusa il personaggio più nobile a guardarci bene è don Ciccio Tumeo che ha votato no al referendum e il suo voto non è stato contato dati i brogli elettorali, tuttavia questa riconoscenza alla regina Isabella che l’ha fatto studiare e permettergli di essere organista della Madre Chiesa gli consente di avere la coscienza a posto.
Lo stesso protagonista “provava anche una specie di ammirazione per lui e nel fondo, proprio nel fondo della sua altera coscienza una voce chiedeva se per caso don Ciccio non si fosse comportato più signorilmente del principe di Salina (…) E mentre discendevano verso la strada sarebbe stato difficile dire quale dei due fosse don Chisciotte  e quale Sancio” (Il Gattopardo, capitolo III Ottobre 1860).
 
Siro dunque racconta che una anus Corinthia  ha chiesto in prestito a Bacchide mille dracme d’argento (600-601)
Ora la vecchia è morta lasciando una figlia giovinetta  reliquit filiam adulescentulam (602)  la quale è rimasta ad Atene come pegno di quel denaro. Si tratta di Antifila che ora si trova dalla moglie di Cremete dove l’ha portata Bacchide che ora sarebbe una specie di padrona per lei.
A questo punto dunque Bacchide chiederà le mille dracme a Clinia.
Siro quindi rivela il proprio piano: andrà da Menedemo a dirgli che Antifila è stata catturata in Caria, sottratta a una famiglia nobile e ricca, quindi, se la riscatta, può ricavarne un bel profitto: si redĭmat magnum inesse in ea lucrum (609).
 
Il culto del lucrum
La causa più vera dello sfacelo della scuola non è la didattica a distanza.
 
To; sumfevron, l’utile,  e in particolare il  lucrum  costituisce il più ambìto oggetto dei desideri e la massima scienza in questa civiltà pragmatica, priva di carità e di cultura come la definiva benissimo Pasolini (Scritti corsari, Vuoto di Carità, vuoto di Cultura, marzo 1974).
 La somma scienza per Platone invece  è l’idea del bene “hJ tou' ajgaqou' ijdeva mevgiston  mavqhma (Repubblica 505).
 Ecco perché la scuola è stata mandata in malora.

Cremete obietta che Menedemo potrebbe rispondere: “non emo” (610); poi domanda quid ages?,  tu che farai? 
Ma Siro non risponde anche perché si sente un gran rumore provenire dalla porta della casa di Cremete


Bologna 18 gennaio 2022, ore 18, 13
giovanni ghiselli
 
p. s
Sto per iniziare per la terza volta un corso cui partecipano per la terza volta discenti a distanza. Sappiamo tutti che è preferibile l’insegnamento in presenza. Ma anche da lontano si possono fare ottime lezioni che sono senz’altro preferibili a lezioni mediocri da vicino. 

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