domenica 16 gennaio 2022

Terenzio, Heautontimorumenos. 7

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Atto III scena prima ( parte seconda 455-494)

 
Menedemo domanda se colei è in casa
 
Cremete risponde che c’è, eccome, lei e il suo seguito hanno già scroccato una cena sontuosa, da mandarlo fallito se dovesse approfittare ancora della sua ospitalità. Si è messa a tracannare i vini già solo facendo gli assaggi pytissando modo (457), e li sputava pure (cfr. greco putivzw). Dopo gli sputi se ne faceva portare altro meno aspro, più amabile.
 
E’ il vizio dello spreco tipico dei cafoni arricchiti e dei pezzenti che li imitano.
 
Ho dissigillato (relēvi da relĭno) tutte le giare, continua Cremete,  tutti i barili - dolia omnia, omnis serias (460). Se si pianteranno in casa tua, ti spolperanno fino all’osso exĕdent (462) e manderanno in malora il tuo patrimonio.
 
Menedemo non si spaventa: “faciat quidlibet: sumat consumat perdat, decretumst pati, dum illum modo habeam mecum” (463-465) faccia quello che gli piace: prenda, spenda, finisca tutto, ho deciso di lasciarglielo fare, pur di averlo sempre con me.
 
E’ il consumismo pianificato per farsi amare. Qui in Italia lo fanno da decenni i politici perché li votino. Però nello stesso tempo danno stipendi sì e no sufficienti per comprare l’essenziale. E hanno pure fatto credere che l’essenziale non sia costituito dal cibo, pochi vestiti e molti i libri bensì i cellulari, più di uno a testa, le automobili nuove, le merendine e le bibite con i conservanti e così via.
Lo spreco è uno degli orrendi doveri che si impone la piccola borghesia per apparire meno miserabile di quello che è.
In questa commedia il consumo smodato caratterizza le puttane.
 
Pasolini condannava nel 1975 “il nuovo potere consumistico che è completamente irreligioso ; totalitario; violento; falsamente tollerante, anzi più repressivo che mai; corruttore; degradante (mai più di oggi ha avuto senso l’affermazione di Marx per cui il capitale trasforma la dignità umana in merce di scambio”) Scritti corsari 22 settembre 1974, pagina 101.
 
Ora che sono passati quasi cinquanta anni da questa analisi voglio ricordare un passo del Manifesto del Partito comunista di Marx-Engels  (1848) che ricorda a sua volta una ballata di Goethe Der Zauberlehrling (1797) lo scolaro di magia. Questo apprendista stregone, nell’assenza del vecchio Mago, dunque evoca degli spiriti che poi non riesce a controllare  e deve richiamare il maestro: “Aiutami! Vedi come sto!-Gli evocati spiriti-più quietar non so”.
 
Leggiamo allora alcune parole del Manifesto: “la società borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione e di scambio così potenti, rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate” (Borghesi e proletari).
 
Il liberismo di fatto ha impoverito gran parte della popolazione mondiale, compresa la borghesia piccola e medio piccola. Costoro non sono più in grado di comprare di tutto come prima, di pagare le tasse come prima, di contribuire alla crescita del PIL. Quando in molti anche in Europa saranno arrivati alla fame, questi affamati non avranno più paura di niente e faranno esplodere il sistema prima di morire per inedia. Spero senza versare sangue ma soltanto non collaborando al funzionamento di tanta criminale e stupida ingiustizia.
 
Ma torniamo a Terenzio
Meneremo, sebbene abbia detto di essere deciso, chiede che cosa debba fare all’amico che gli ha consigliato di essere cauto.
Cremete risponde che non deve lasciare capire a Clinia di essere pronto a dargli tutto pur di non perderlo un’altra volta. Se glielo facesse credere  aprirebbe la porta e le finestre ad nequitiem, al suo diventare un buono a nulla (nequam)
Nam deteriores omnes sumus licentia (483) infatti tutti peggioriamo se viviamo senza regole e controllo.
Il ragazzo vorrà qualunque cosa gli sarà saltata in mente - quodcumque est, quom ei inciderti in mentem, volet (484). Se proverai a rifiutargliela, sapendo che non puoi fare a meno di lui, minaccerà subito di andarsene  via da te-abiturum se abs te esse ilico minitabitur (489).
 
Menedemo capisce che l’amico ha ragione
Cremete gli dice che si è preso tanto a cuore il recupero del figlio da parte del padre suo che non ci ha dormito la notte
L’amico gli chiede di dargli la destra cedo dextram - un imperativo del linguaggio familiare - e la promessa di continuare ad aiutarlo.
 
Cremete è pronto a farlo paratus sum (494)

 
Bologna 16 gennaio 2022 ore 19, 30
giovanni ghiselli

p. s
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