Cruciale per uno studioso, per uno sportivo, per una persona umana.
Dacché sono in pensione (ottobre2010) posso studiare quanto voglio, cioè molto. E posso fare sport quanto mi pare.
Negli ultimi anni di insegnamento gran parte del mio desiderio e del mio bisogno di studio, di sport, di riflessione, di riposo, veniva represso e impedito da frequenti, lunghe e inutili riunioni scolastiche fondate sul didattichese fatto di “sapere, saper fare, saper essere” con totale trascuratezza dei testi degli autori che sono le colonne dell’educazione, il fondamento basilare del sapere.
Sentiamo Menandro su questo problema di fondo
Gorgia continua:
"che cosa voglio dire? Tu, anche se sei molto ricco,
non contare troppo su questa condizione, e non disprezzare
noi che invece siamo poveri- mhvte tw'n ptwcw'n pavlin- hJmw'n katafrovnei-. Anzi cerca di mostrarti sempre degno-a[xion-
della tua buona sorte" (284-287).
Questo invito alla moderazione corrisponde alle leggi suntuarie di Demetrio del Falero che voleva frenare il lusso e togliere occasioni alla grande speculazione.
Che l'ingiustizia non paghi del resto è un topos vigente da Omero, il quale nell'Odissea (VIII, 329) scrive: "non sono prospere le azioni cattive: il lento raggiunge il veloce".
Gorgia continua a diffidare Sostrato dal cercare di sedurre la sorella approfittando della superiorità economica:
"non è giusto
che il tuo tempo libero-th;n sh;n scolhvn- rechi danno a noi
che tempo libero non abbiamo- toi''" ajscoloumevnoi" Sappi che il povero il quale
subisce ingiustizia è l'essere più arrabbiato del mondo ptwco;" ajdikhqeiv" ejsti duskolwvtaton-" (293-296).
E' questo un invito a non esasperare il malessere dei poveri attraverso la loro umiliazione che invece va attenuata con il rispetto e la filantropia secondo Menandro.
Nelle Supplici di Euripide (422 a. C.) l’araldo del re di Tebe Creonte, sostiene che il governo di un solo uomo non è male: infatti il monarca esclude i demagoghi, i quali, gonfiando la folla con le parole, la volgono di qua e di là a proprio profitto.
Del resto chi lavora la terra non ha tempo né per imparare né per dedicarsi alle faccende pubbliche:" oJ ga;r crovno" mavqhsin ajnti; tou' tavcou" –kreivssw divdwsi (vv. 419-420), è infatti il tempo che dà un sapere più forte, invece della fretta.
Nell’Areopagitico (357 a. C.) Isocrate scrive che nel tempo dei larghi poteri dell’Areopago, la paideiva era conforme ai mezzi di cui ciascuno disponeva. I più poveri venivano indirizzati all'agricoltura e al commercio:" ejpi; ta;" gewrgiva" kai; ta;" ejmporiva"" (44). Gli abbienti invece si dedicavano alla ginnastica, ippica, caccia, e alla filosofia.
La filosofia di Isocrate non è specialistica come quella di Platone, bensì era cultura generale sul tipo di quella che una volta impartiva il liceo classico selezionando la classe dirigente.
Le complicazioni burocratiche servono proprio a togliere tempo libero a chi ne deve sottostare. Chi non ha la scolhv non può riflettere, studiare, pensare e criticare i soprusi che subisce.
Bologna 22 gennaio 2022 ore 11,30
giovanni ghiselli
p. s.
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