venerdì 14 gennaio 2022

Terenzio, Heautontimorumenos. 2

Secondo atto, prima e seconda scena

 
Prima scena
Clitifone da solo
 
La comprensione tra gli umani è un valore forte in Terenzio: All’inizio del secondo atto Clitifone, il figlio di Cremete critica i patres come iniqui iudices adolescentis (214)
L’ingiustizia sta nel giudicare i giovani con il metro la prospettiva e  i gusti dei padri  già vecchi.
Questo ragazzo aggiunge che se avrà un figlio, questo potrà fruire di un padre trattabile e affabile - ille facili me utetur patre (217), nam et cognoscendi et ignoscendi dabitur peccati locus (218) infatti verrà dato posto al riconoscimento e all’indulgenza dei suoi falli.
 
In  Casa di bambola di Ibsen (1879) invece del padre dogmatico e incomprensivo  c’è un marito.
 
Nora è la lodoletta, lo scoiattolo per  Torvald un direttore di banca-stipendio ottimo- che la vezzeggia e la tratta da bambina
E lei: farò tutto quello che vorrai, Torvald, canterò, ballerò.
Deve mascherarsi da pescatrice napoletana e danzare la tarantella. L’ha imparato a Capri
A un certo punto però Nora si ribella: per guadagnarmi da vivere dovevo fare delle piroette per te e questo ti divertiva tanto! Prima ero il giocattolo di mio padre, poi il tuo. E’ colpa tua se sono diventata un nulla. Bambola figlia, poi bambola moglie. Le mie bambole erano i nostri figli.
 Ora devo pensare a educare me stessa. Devo fare da sola. Per questo ti lascio
Anche le leggi non sono quelle che credevo: “risparmiare un’angoscia al padre morente e  salvare la vita al marito, non sarebbe un diritto per qualsiasi donna?
 Per poter curare una grave malattia del marito, la donna aveva contratto un debito con Krogstad, uno strozzino, falsificando la firma del padre su alcune cambiali.
 
“E i tuoi doveri di sposa e madre?” le fa Torvald
 
“Non credo più a questi miti, Credo di essere anzitutto un essere umano, come lo sei tu. Uomini e libri ti daranno ragione : ma io non posso più ascoltare gli uomini, né badare a quello che è stampato. Ho bisogno di idee mie e di provare a vederci chiaro”,
 
Il marito: “parli come una bambina: non capisci nulla della società della quale fai parte”
 
Nora: “hai ragione, non la capisco. Per questo voglio vederci chiaro
Non so cosa farci: non ti amo più”
Non vuole nemmeno più vedere i tre bambini
Lascia libero il marito e gli rende l’anello Gli proibisce anche di scriverle
Non vuole aiuti. “Non accetto aiuti da un estraneo”
Lui spera in un miracolo che la faccia tornare
  
Ellida nella Donna del mare  (1888)  invece sceglie di rimanere nel matrimonio mentre potrebbe uscirne.
La prigione può esercitare un fascino  totalitario e condurre a una regressione completa.
 
Il totalitarismo moderno sta nella simbiosi tra il potere e lo schiavo, come si trova pure in Kafka.
 
Torniamo a Terenzio
Del resto Clitifonte capisce da sé di essersi imbarcato in un amore malsano
Confronta la sua amante Bacchide  con Antifila, quella di Clinia.
Mentre Antifila è educata onestamente pudīce eductam, ignara rei meretriciae (226)  non sa di puttanesimo, meast petax, procax, magnifica, sumptuosa, nobilis (227), la mia è petulante, piena di pretese, sfacciata, supponente, incline a comprare roba costosa, nobilis, molto nota e malfamata. Questo ragazzo del resto non può soddisfarla perché non ha i soldi. Il padre ancora non ne sa niente
 

Seconda scena
Clinia e Clitifone

Clinia teme che durante la sua assenza la ragazza lo abbia tradito, si sia traviata: vereor ne corrupta sit (231)
Le occasioni non le saranno certo mancate: occasio, locus, aetas, mater quoius sub imperio mala-quoi nil iam praeter pretium dulcest” (233) una madre imperiosa e ruffiana ghiotta di denaro.
Entra Clinia che  suggerisce all’amico di rimanere nascosto a Menedemo.
Clinia gli dice delle sue paure. C’è già un brutto segno: le due ragazze non si sono ancora fatte vedere: “si nil mali esset, iam hic adessent” . Devono arrivare entrambe. In effetti l’amore mette fretta.
Clitifone è più ottimista e anche realista: le due donne abitano lontano e ci mettono un bel po’ di tempo a farsi belle: “dum moliuntur, dum conantur, annus est”, finché si costruiscono, finché fanno le prove, passa un anno.
 
Ovidio suggerisce di smontare la montatura costruita dalle donne con il trucco. Gioverà vedere la donna al naturale arrivando all'improvviso di mattina:"Auferimur cultu: gemmis auroque teguntur/omnia; pars minima est ipsa puella sui " (Remedia Amoris vv. 343-344), siamo sedotti dall'acconciatura: tutti i difetti sono coperti dalle gemme e dall'oro; la donna in sé, è una una parte minima di sé.  
Lucrezio dà un consiglio di questo stesso genere nel IV libro del De rerum natura.
Lucrezio vuole fornire all'innamorato acciecato i mezzi per recuperare la vista mentale e liberarsi dalla schiavitù.
"Sed tamen esto iam quantovis oris honore,/cui Veneris membris vis omnibus exoriatur:/nempe aliae quoque sunt; nempe hac sine viximus ante;/nempe eadem facit, et scimus facere, omnia turpi,/ et miseram taetris se suffit odoribus ipsa/quam famulae longe fugitant furtimque cachinnant " (IV, 1169-1176), Ma tuttavia sia pure di bellezza quanto vuoi sublime nel volto, una alla quale da tutte le membra venga fuori la potenza di Venere: certo ce ne sono anche altre; certo abbiamo vissuto senza questa in precedenza; certo fa tutte le medesime cose, e sappiamo che le  fa,   di una brutta, e si affumica la disgraziata, con ributtanti suffumigi, proprio lei, da cui le serve scappano lontano e sghignazzano di nascosto.
 
In questo caso forse l’accorgimento di vedere la donna appena sveglia per disamorarsene non funziona perché Antifila è giovane assai.
 
 
Bologna 14 gennaio ore 11, 52
Giovanni ghiselli

p. d.
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