domenica 9 gennaio 2022

Menandro, "Dyskolos". 8

Bruegel, Il misantropo
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All'inizio del Quarto atto (620-783) scatta l'allarme: Simiche annuncia il fatto che porta al ravvedimento del vecchio: "il padrone è finito nel pozzo!" ( oJ despovth" ejn tw'/  frevati, v.624). 
Gli è successo "nel tentativo di tirare fuori la zappa e l'anfora"(626).
Il cuoco esulta per la caduta dell’ intrattabile vecchio"  oJ calepo;" gevrwn (628), e anzi consiglia alla vecchia di tirargli sopra "una macina o una pietra o qualcosa del genere"(631).
La vecchia serva Simiche chiede aiuto a Gorgia e allo stesso cuoco il quale invece continua a manifestare soddisfazione per la disgrazia del Duvskoloς, al punto di riconoscere in essa un segno della giustizia divina:
"Gli dèi esistono per Dioniso. Tu non mi dai
il lebète per il sacrificio, razza di sacrilego,
ma lo trattieni: allora bevi l'acqua del pozzo dove sei caduto"(639-641).  
 
“Così s’osserva in me lo contrappasso” (Dante, Inferno, XXVIII, 142.  E’ Bertran De Born il poeta provenzale che parla. Aveva spinto il figlio di Enrico II contro il padre “e ’l capo tronco tenea per le chiome, pésol con mano a guisa di lantena”
Cfr. san Tommaso S. theol., II, II, 61: “haec est forma divini iudicii ut secundum quod aliquis fecit, patiatur
In questo caso il contrappasso si osserva nella caduta di Cnemone
 
Sono state le Ninfe, aggiunge Sicone, a fare la mia vendetta.
Il cuoco conclude il suo tripudio augurando al misantropo di restare zoppo, così non potrà più ostacolare i sacrifici per i quali i devoti ghiottoni ingaggiano i cuochi.
 
Poi entra Sostrato e racconta come si è svolto il salvataggio di Cnemone: la figlia "si strappava i capelli, piangeva, si batteva il petto con forza"(673-674); lui, l'innamorato, poco si curava del vecchio, e mentre tirava malvolentieri la corda, guardava la ragazza e la pregava
"di non fare così, fissandola come se fosse una statua, e non una dozzinale"(677).
 
La donna che ci colpisce incarna delle quintessenze per noi fondamentali, come l’opera d’arte che ci piace.
 
La contemplazione della sua bella anzi per poco non costava la vita al vecchio poiché Sostrato, incantato dalla splendidissima, stava per lasciare la corda, ma
 "quell' Atlante di Gorgia, non era lì per caso e teneva duro e con molti sforzi e alla fine lo ha tirato su - ajnhvnoc j aujtovn " (683-685).
Insomma dalla scena descritta emergono la solidarietà e la generosità del figliastro verso il quale il patrigno non era mai stato prodigo di niente. Quindi i due, il salvato e il salvatore, entrano. Seguono alcuni versi che contengono la morale del dramma. Gorgia sottolinea il male insito nella solitudine (694) e Cnemone, ammansito, chiede la presenza della moglie separata; quindi Gorgia ripropone la saggezza delfica del nesso sofferenza-comprensione:
"Solo le disgrazie possono educarci, a quanto sembra" (ta; kaka; paideuvein movna ejpivstaq  j hJma'" wJ" e[oike, v. 699).
 
La formulazione più sintetica di questa legge pedagogica e morale si trova nell'Agamennone di Eschilo (tw/' pavqei mavqo" v. 177)
 Voglio fornirne un'espressione di Erodoto: Creso, re di Lidia, dopo essere caduto, riconosce: egli si era illuso di essere l'uomo più felice della terra, ma, sconfitto e catturato da Ciro re dei Persiani, comprende che c'è un ciclo delle vicende umane il quale non permette che siano sempre gli stessi uomini a essere fortunati: "ta; dev moi paqhvmata ejovnta ajcavrita maqhvmata gevgone", le mie sofferenze che sono state spiacevoli, sono diventate apprendimenti (I, 207).
 
Bologna 9 gennaio 2022 ore 11, 34
Giovanni ghiselli

p. s
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