Cremete dice di avere pietà di Mendemo che dovrà mantenere Bacchide con tutto il suo seguito.
In un primo momento non se ne accorgerà ita magno desiderio fuit ei filio (753), tanto gli era mancato il figlio.
Però, quando vedrà a casa sua tanto grande e così smisurato sperpero, spererà che il figlio se ne vada via un’altra volta-optabit rursum ut abeat ab se filius- 756.
Tutto ciò che sminuisce la nostra identità può venirci a noia: pefino un figlio. L’identità di queste persone che preludono alla borghesia è data dal denaro.
Entra in scena Syro e va incontro al padrone. Dice di avere già fatto con Menedeno. Il fondamentale fare tragico dra'n è il crimine, mentre l’agire di questi schiavi è quasi sempre imbrogliare come quello dei demagoghi nelle commedie di Aristofane.
Cremete è contento di essersi liberato di tanti parassiti ed è grato a Syro che vuole ricompensare
Questo però annuncia un altro suo colpo di genio che riassume così: Clinia ha detto al padre che Bacchide è amante di Clitifone e l’ha portata con sé, perché Cremete non lo sapesse. Ma questo che Menedemo crede essere fallacia, non è tutto. “sed porro ausculta quod superest fallaciae” (771) ma sta’ a sentire il resto dell’imbroglio.
Syro come gli altri schiavi della commedia latina è un fallax seriale.
Clinia dunque dirà al padre che, invaghito della bellezza di Antifila, vuole sposarla.
Cremete non capisce perché crede che Clinia ami Bacchide
Syro gli spiega che questa finzione serve al ragazzo per avere il denaro necessario alle nozze.
Cremete però nega che prometterà di dare la mano di sua figlia a Clinia che in questo quadro dipinto da Syro è un giovane scapestrato
Syro gli dice che deve solo simulare, fare finta di dargliela dicebam ut simulares (782).
Assistiamo a simulazioni seriali anche in questa circostanza dell’elezione del nuovo presidente. Berlusconi sapeva che non poteva farcelam ma doveva preparare la strada a un Teramene, un coturno, lo stivale che va bene in entrambi i piedi, un coturno incarnato, uno super partes, ossia passato per tutti i partiti del governo a partire da ”forza Italia”.
Cremete non ama simulare: Non meast simulatio. Quindi dice a Syro che non deve immischiare la propria figliola in tutti i suoi imbrogli.
Il servo fa bene a dare una mano a Clinia verum alia via (789), ma per altra via, con un metodo diverso. Diverse sono le vie dell’inganno.
Berlusconi sa bene che il prossimo presidente gli dovrà molto per la sua “nobile rinuncia” e favorirà un coturno incarnato che starà da tutte le parti più importanti compresa la sua. Vedrete che non mi sbaglio.
Syro obbedisce: Fiat, quaeratur aliud (790).
Sentirete quante altre chiacchiere si faranno sull’elezione della prossima settimana. Ma se hanno già individuato il nuovo Teramene, detto Coturno, magari costui sarà eletto domani stesso.
Antifila dunque deve dieci mine a Bacchide che va rimborsata: “Dixi de argento, quod ista debet Bacchidi,/id nunc reddendumst illi” (791-792).
Syro poi lusinga il padrone dicendo che non sarebbe da lui sottrarsi a questo dovere ricordando che lui non ha chiesto né ricevuto quel prestito. Questo è vero ma è pure vera la sentenza giuridica: “ius summum saepe summast malitia” 796. Il concetto si ritrova nel De officiis di Cicerone: summum ius summa iniuria (I, 10).
Menedemo promette non faciam.
Syro lo lusinga ancora ricordandogli la sua buona reputazione di signore benestante.
Cicerone lo avrebbe messo tra gli Optimates identificati con gli abbienti :" Omnes optimates sunt qui neque nocentes sunt, nec natura improbi nec furiosi, nec malis domesticis impediti ", (Pro Sestio, 45) sono ottimati tutti quelli che non fanno del male, né sono malvagi né squilibrati per natura, né impacciati da difficoltà domestiche.
Il Coturno da eleggere dovrà essere gradito agli abbienti. Lo sarà senz’altro perché non mancherà di fare i loro interessi pima di tutto
Cremete dunque vuole portare personalmente il denaro del riscatto della figlia ma Syro gli suggerisce di farli consegnare da Clitifone sul quale hanno trasferito il sospetto di essere l’amante di Antifila. Dunque Cremete dovrà portare il denaro a suo figlio.
Il vecchio è convinto: “ecfero” (804)
Bologna 23 gennaio 2022 ore 11, 31
giovanni ghiselli
p. s.
Visto che questo mio corso verte sulla commedia, sul Coturno cito un paio di versi delle Rane di Aristofane.
il coro, a proposito di Dioniso che cambia abito secondo la sua convenienza, o quella che lui crede tale, ricorda Teramene che si è comportato da camaleonte opportunista in tutte le circostanze: “ to; de; metastrevfesqai-pro;~ to; malqakwvteron-dexiou' pro;~ ajndrov~ ejsti-kai; fuvsei Qhramevnou~” (vv. 539a-541), il voltarsi sul lato più morbido, è da uomo accorto, il Teramene di natura.
Non faccio un nome perché tra i politici e non solo tra loro i Coturni sono tanti
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