NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 9 gennaio 2022

Menandro, "Dyskolos". 6. Con citazioni da Euripide e Proust

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Sostrato è disposto a tutto pur di raggiungere il suo scopo: anche a travestirsi da contadino:
"procurami una zappa a due punte"(374) chiede a Davo, e quando questo gliela porge, lo ringrazia con un'espressione iperbolica:
"dammela, tu mi salvi la vita"(377).
Oramai tutti gli interessi del giovane scioperato sono concentrati sulla fanciulla:
"sono messo così: a questo punto devo morire
oppure vivere con la ragazza ( “parapoqanei'n h[dh h] me dei'- h] zh'n e[conta th;n kovrhn”- 378-379).
 
Attraverso queste parole vediamo quanto si sia chiuso nel privato l'uomo ateniese rispetto all'epoca classica quando l'interesse principale era la polis  con le assemblee, i riti religiosi e tutte le manifestazioni pubbliche.
 
Proust sostiene che ci si innamora di una persona pensando che questa potrà accrescere le nostre esperienze e potenziare la nostra identità
“Il fatto che noi crediamo che un essere partecipi a una vita sconosciuta in cui il suo amore ci farà penetrare” è quello che l’amore esige per nascere. Il resto ha scarso valore.
“Anche le donne che sostengono di non badare al fisico di un uomo, vedono in quel fisico l’emanazione di una certa vita. E’ la ragione per cui si innamorano di militari o di pompieri, credono di baciare sotto la corazza un cuore diverso, avventuroso e dolce, e un giovane sovrano o un principe ereditario per fare conquiste non ha bisogno del profilo regolare che sarebbe forse indispensabile a un agente di cambio (La strada di Swann, p. 108)
 
 Segue un breve monologo di Sostrato che elogia l'educazione presumibilmente ricevuta da quella creatura innocente:
"Se questa ragazza non è stata educata tra
le donne e non conosce nessuno di questi mali
nella vita e non è stata terrorizzata da qualche
zia e balia ma è venuta su liberamente
con questo padre selvaggio che odia il male,
come potrebbe non essere la mia felicità unire la mia sorte alla sua"?(384-389).
 
Qui troviamo un ricordo euripideo (la donna non deve stare tra le donne poiché si insegnano le male arti  a vicenda, cfr. Andromaca  vv. 930 e sgg.) e anche un apprezzamento dello stile rustico, lontano dai formalismi e dalle falsità di quello cittadino.
Nella tragedia di Euipide,  Ermione, la moglie legittima di Neottolemo diventato amante di Andromaca, parlando con Oreste e deplora la rovina subita dalle visite delle comari maligne:" kakw'n gunaikw'n ei[sodoi m ' ajjpwvlesan" ( v. 930). La sposa che permette a tale genìa di guastare la sua intesa coniugale, viene come trascinata da un vento di demenza. Sentiamo la figlia di Menelao pentita di essersi lasciata montare la testa da queste Sirene maligne che hanno provocato la rovina del suo matrimonio con il figlio di Achille:" Ed io ascoltando queste parole di Sirene[1],/ scaltre, maligne, variopinte, chiacchierone,/ fui trascinata da un vento di follia. Che bisogno c'era infatti che io/controllassi il mio sposo, io che avevo quanto mi occorreva?/grande era la mia prosperità, ero padrona della casa,/e avrei generato figli legittimi,/quella[2] invece dei mezzi schiavi e bastardi[3] servi dei miei./ Mai, mai, infatti non lo dirò una sola volta,/ bisogna che quelli che hanno senno, e hanno una moglie,/ lascino andare e venire dalla moglie che è in casa/ le donne: queste infatti sono maestre di mali:/ una per guadagnare qualcosa contribuisce a corrompere il letto,/ un'altra, siccome ha commesso una colpa vuole che diventi malata con lei,/ molte poi per dissolutezza; quindi sono malate/ le case degli uomini. Considerando questo, custodite bene/ con serrature e sbarre le porte delle case;/ infatti nulla di sano producono le visite/ dall'esterno delle donne ma molte brutture e anche dei mali (vv. 936-953).
 
Intanto i servi di Sostrato preparano il sacrificio ordinato dalla padrona dopo che ha fatto un brutto sogno: ha visto il figlio che, per volontà del dio Pan, zappava con dei ceppi ai piedi.
Fine del secondo atto

Bologna 9 gennaio 2022  ore 9, 24
giovanni ghiselli

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[1] Sono mostri che adescano i naviganti con la malìa del loro canto  per poi ucciderli.  Per attirare Odisseo gli dicono che chi fa sosta da loro riparte pieno di gioia e conoscendo più cose ("kai; pleivona eijdwv"", Odissea, XII, 188). Ma il figlio di Laerte, unico tra gli uomini, riesce a udire il canto delle Sirene senza esserne sedotto. Come nel caso di Circe, come in quello dell'accesso all'Ade, egli sa che cosa deve fare, e di fronte alle Sirene escogita uno stratagemma: tappa gli orecchi dei suoi marinai e si fa legare all'albero della nave.
[2] Andromaca. 
[3] Si può pensare all'elogio dei bastardi pronunciato da Edmondo, il figlio illegittimo (di Gloster) che  nel Re Lear  si presenta come devoto adoratore della dea natura."Thou, Nature, art my goddess". Bastardo dunque, secondo la natura,  è un titolo onorifico:" noi nel gagliardo furto di natura prendiamo una tempra più solida maggior fierezza di carattere rispetto ai gonzi generati tra il sonno e la veglia in un letto freddo, frollo e fiacco (I, 2). 

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