NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 8 gennaio 2022

Menandro, "Dyskolos". 4. (233-296)

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Il valore anche politico del tempo libero
 
All'inizio del secondo atto (233-426) entrano Davo e Gorgia.
Il padrone esordisce rimproverando lo schiavo poiché non è intervenuto decisamente in favore della sorella che gli sta a cuore (240) mentre la ragazza veniva accostata da uno sconosciuto.
Si tratta ovviamente di Sostrato il quale sta  sopraggiungendo.
Gorgia lo vede e dice che è un brutto tipo già solo a vederlo: “kakou'rgo" eujqu;" ajpo; tou' blevmmato" (258)
 
Sostrato entra in scena parlando tra sé: critica la madre che gli ha sottratto il servo Geta; lo ha mandato a ingaggiare un cuoco per un sacrificio, poiché la superstiziosa signora
"va in giro ogni giorno a fare sacrifici
per tutto il paese"(261-262).
 
Questo personaggio può essere accostato al carattere della superstizione (deisidaimoniva) che Teofrasto definisce:" deiliva pro;" to; daimovnion", viltà di fronte agli spiriti.
 
In ogni caso Sostrato non si è curato del sacrificio e si avvicina alla porta di Cnemone per bussare. Ma Gorgia lo ferma e gli parla. Lo mette in guardia dall'esercitare quella prepotenza che la ricchezza può consentirgli:
"all'uomo facoltoso gli affari fioriscono
fino a quando può sostenere la sua fortuna
senza commettere ingiustizia"(274-276).
 
 Anche la sorte favorevole dunque può essere un peso gravoso da portare: ci vuole  senso del limite.
Il vecchio Johann Buddenbrook, nonno del console Thomas, aveva lasciato”parecchie buone esortazioni ai discendenti, tra le quali emergeva in grosse lettere gotiche, accuratamente miniate e incorniciate, questa sentenza: “Figlio mio, dedicati con ardore agli affari durante il giorno, ma combina soltanto quelli che ti consentono di dormire tranquillo di notte”[1].
 
 Gorgia continua:
"che cosa voglio dire? Tu, anche se sei molto ricco,
non contare troppo su questa condizione, e non disprezzare
noi che invece siamo poveri- mhvte tw'n ptwcw'n pavlin- hJmw'n katafrovnei-. Anzi cerca di mostrarti sempre degno-a[xion-
della tua buona sorte" (284-287).
 
Questo invito alla moderazione corrisponde alle leggi suntuarie di Demetrio del Falero che voleva frenare il lusso e togliere occasioni alla grande speculazione.
 Che l'ingiustizia non paghi del resto è un topos vigente da Omero, il quale nell'Odissea  (VIII, 329) scrive: "non sono prospere le azioni cattive: il lento raggiunge il veloce".
 
Gorgia continua a diffidare Sostrato dal cercare di sedurre la sorella approfittando della superiorità economica:
"non è giusto
che il tuo tempo libero-th;n sh;n scolhvn- rechi danno a noi
che tempo libero non abbiamo- toi''" ajscoloumevnoi" Sappi che il povero il quale
subisce ingiustizia è l'essere più arrabbiato del mondo ptwco;" ajdikhqeiv" ejsti duskolwvtaton-" (293-296).
E' questo un invito a non esasperare il malessere dei poveri attraverso la loro umiliazione che invece va attenuata con il rispetto e la filantropia secondo Menandro.
 
Neelle Supplici di Euripide l’araldo del re di Tebe Creonte, sostiene che il governo di un solo uomo non è male: infatti il monarca esclude i demagoghi, i quali, gonfiando la folla con le parole, la volgono di qua e di là a proprio profitto. Del resto chi lavora la terra non ha tempo né per imparare né per dedicarsi alle faccende pubbliche:" oJ ga;r crovno" mavqhsin ajnti; tou' tavcou" –kreivssw  divdwsi (vv. 419-420), è infatti il tempo che dà un sapere più forte, invece della fretta.
Le complicazioni burocratiche servono proprio a togliere tempo libero a chi ne deve sottostare. Chi non ha la scolhv non può riflettere, studiare, pensare e criticare i soprusi che subisce.
 
Bologna 8 gennaio 2021 ore 11, 22
giovanni ghiselli
 
p. s.
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[1] T. Mann, I Buddenbrook, p. 35.

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