NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 3 novembre 2022

Sul potere. XXI. Conclusione

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Corrispondenza tra la Costituzione della polis e quella dell’anima
Il potere degli uomini sulle donne secondo Medea
 
Nelle Leggi di Platone, l’Ateniese chiama a[noian  stoltezza, mancanza di ragione, quello che succede quando l’anima, trascinata dal dolore o dal piacere, si oppone alle conoscenze, o alle opinioni giuste o alla ragione. Talora le sensazioni e le ciarle  preponderano e prevalgono sugli elementi razionali e  conoscitivi che invece sarebbero per natura preposti a comandare toi`~ fuvsei ajrcikoi`~ .
 Questa prevalenza di chi dovrebbe obbedire, dico che è l’ignoranza estrema e pure la più grande ajmaqivan fgmi; ei\nai th;n ejscavthn megivsthn, poiché è l’essenza stessa della parte grossolana dell’anima: infatti la sofferenza e il piacere di questa corrisponde alla massa grossolana   della città traviata dai demagoghi.
La stoltezza dell’uomo che non segue la ragione equivale a quella di una città nella quale la massa to; plh`qo~ non obbedisce ai magistrati e alle leggi (689 a-b). La polis dunque funziona come l’anima e viceversa.
  
Vediamo infine il rapporto di potere fra uomini e donne secondo la protagonista della tragedia Medea di Euripide

Fra tutti gli esseri, quanti sono vivi e hanno raziocinio, 230
 noi donne siamo la creatura più tribolata:
noi che innanzitutto dobbiamo comprare un marito
con gran dispendio di ricchezze, e prenderlo come padrone
 del corpo, e questo è un male ancora più doloroso del male. 234
E in questo sta la gara massima, prenderlo cattivo
 o buono. Infatti non danno buona fama le separazioni
alle donne, e non è possibile ripudiare lo sposo.
 Quella poi giunta tra nuovi costumi e leggi,
bisogna che sia un'indovina, se non ha appreso da casa
  con quale atteggiamento tratterà nel modo più appropriato il marito.
E se con noi che ci affatichiamo in questo con successo,
il coniuge convive, sopportando il giogo non per forza,
 la vita è invidiabile; se no, bisogna morire.
 Un uomo poi , quando gli pesa stare insieme a quelli di casa,
 uscito fuori, depone la noia dal cuore 245
(volgendosi a un amico o a un coetaneo);
 per noi al contrario è necessario mirare su una sola persona.
Dicono di noi che viviamo una vita senza pericoli
 in casa, mentre loro combattono con la lancia,
 pensando male: poiché io tre volte accanto a uno scudo
 preferirei stare che partorire una volta sola “. 251
Ma questo argomento richiede un altro studio.
 

Bologna 3 novembre 2022 ore 9, 40
giovanni ghiselli

p. s.
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