mercoledì 22 marzo 2023

Fabbricanti e mercanti di strumenti agicoli o di armi. Aristofane e noi.

Noi Italiani contrari a questo prolungamento della guerra a oltranza siamo tanti e non possiamo votare un partito che si proclama di sinistra, che con la nuova segretaria presenta poposte  anche giuste ma non si adopera per la pace o quanto meno perché la guerra abbia una tregua. Questo non significa appoggiare Putin ma cercare una metodo, una via diversa dagli argini del fiume dove scorre il sangue di uomini, donne e bambini.

Aristofane nella commedia Pace che vederemo in giugno a Siracusa rappresenta un vignaiolo Trigeo il quale cerca in tutti i modi di porre fine alla guerra del Pelonneso, fratricida come questa in Ucraina.

Nell’autunno del 422, erano morti in battaglia Cleone e Brasida, i  due “pestelli” della Grecia, e si intravvedeva una speranza di tregua. Aristofane allora scrisse questo dramma che fu rappresentato nella primavera del 421.

Dunque Trigeo si adopera per liberare Irene dalla caverna dove Polemo l’aveva rinchiusa, la riporta sulla terra, quindi prepara i festeggiamenti. Arriva un fabbricante  di falci -drepanourgov~ - contento perché la gente con il ritorno della pace ha ripreso a comprare attrezzi del lavoro agricolo, ed è accompagnato da un altro anche lui soddisfatto perché ha ripreso a guadagnare con la vendita delle giare per la campagna. I due sono grati al contadino che ha liberato Irene e gli fanno dei doni.

Arriva poi un fabbricante e mercante  di armi-o{plwn kavphlo~- con aria sofferente (1209). Anche questo con un collega. Il kavphlo~ lamenta la rovina del suo mestiere dovuta alla fine della guerra e presenta due elmi con tanto di pennacchi cercando di venderli. Trigeo è attirato dai “ quei bei pennacchini” adatti a un farfallone amoroso e gli offre tre manciate di fichi.

Il mercante accetta ma Trigeo ci ripensa: i pennacchi, se toccati, perdono il pelo e non valgono un fico.

Il mercante allora cerca di vendere una corazza per dieci mine e Trigeo gli offre solo il prezzo di costo dicendo: -ejnapopatei`n ga;r ejst j ejpivthvdeio~ pavnu- 1228, in effetti è proprio adatta per cacarci dentro.

La prima ministra continua a caldeggiare l’invo di armi: ha detto in parlamento che questa opera buona del governo non aggraverà le tasse, insomma non costerà niente, siccome verrano mandate armi che ci sono già. Una logica che non fa una piega. Provi a mandare dei fiori. Farebbe più bella figura agli occhi di molti.

Bologna 22 marzo 2023 giovanni ghiselli ore 9, 41 giovanni ghiselli

p. s.

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