L’intelligenza artificiale non è intelligenza come una bambola non è una bambina. Intelligenza artificiale è un ossimoro, una contraddizione tra questi due temini. L’intelligenza è naturale e consta di ragione e di sentimento, di logos, di pathos, e, aggiungo anche di mythos. Il pathos infatti è un elemento della ragione e il mythos fa parte della nostra cultura, e pure della nostra vita. Vediamo quello fortemente antropologico di Prometeo
Nella tragedia di Eschilo Il Titano si vanta di essere il primo inventore di tutte le tecniche.
Prometeo dunque afferma di avere scoperto e donato agli uomin tutte le tevcnai (v. 477), che fanno partire la civilizzazione:"pa'sai tevcnai brotoi'sin ejk Promhqevw" (Prometeo incatenato,v. 507), tutte le tecniche ai mortali derivano da Prometeo.
Del resto, inceppato com’è e non potendo liberarsi, deve riconoscere “ tevcnh d j ajnavgkh" ajsqenestevra makrw'/ ”, la conoscenza pratica è molto più debole della necessità.
Lo ripete due volte Curzio Rufo a proposito di due episodi dell’impresa di Alessandro Magno: “Ceterum, efficacior omni arte, necessitas non usitata modo praesidia, sed quaedam etiam nova adnovit”( Historiae Alexandri Magni, IV, 3, 24), del resto la necessità più potente di ogni tecnica, suggerì loro non solo i soliti mezzi di difesa ma anche dei nuovi. Sono i Tirii che si difendono dall’assedio di Alessandro Magno nel 332 a. C.
Avanzando nella Sogdiana Al. si trovò in difficoltà per il freddo e incendiò un bosco: “efficacior in adversis necessitas quam ratio, frigoris remedium invenit” (8, 4, 11). Ancora la necessità che prevale sulla ratio (cfr. 7, 7, 10: necessitas ante rationem est).
La supremazia della Necessità su tutte le tecniche e le arti è affermata pure dal Coro dell’Alcesti di Euripide
Nel terzo Stasimo della tragedia più antica ( è del 438) tra le diciassette a noi pervenute, il Coro eleva un inno alla Necessità vista come la divinità massima, quella che vincola e subordina tutti, compresi gli dèi:
"Io attraverso le muse/mi lanciai nelle altezze, e/ho toccato moltissimi ragionamenti (pleivstwn aJyavmeno" lovgwn),/ma non ho trovato niente più forte/della Necessità né alcun rimedio (krei'sson oujde;n jAnavgka"-hu|ron oujdev ti favrmakon)/nelle tavolette tracie che scrisse la voce di/Orfeo, né tra quanti rimedi/diede agli Asclepiadi Febo/dopo averli ricavati dalle erbe come antidoti/per i mortali afflitti dalle malattie"(vv. 962-972).
Da questi versi si vede che la Necessità è più forte del lovgo" , della poesia, dell'arte medica.
Alcuni versi prima, nel terzo episodio, Eracle aveva affermato l’impotenza della tevcnh nei confronti della tuvch: “non è chiaro dove procederà il passo della sorte (Alcesti, to; th'" tuvch"), e non è insegnabile (ouj didaktovn) e non si lascia prendere dalla tecnica (oujd j aJlivsketai tevcnh/ )” (vv. 785-786).
Torno a Prometeo e concludo con un breve commento. Il Titano riconosce anche di avere ingannato gli uomini: “ho infuso in loro cieche speranze ("tufla;" ejn aujtoi'" ejlpivda" katw/vkisa", v.250).
Egli dubque è divinità solo apparentemente benefica in quanto portatore di conoscenze pratiche fuorvianti:" qnhtou;" g j e[pausa mh; prodevrkesqai movron", ho fatto smettere ai mortali di prevedere il destino "(v.248).
Questa intelligenza artificiale di cui tanto si parla senza mai dire che cosa è davvero, sarà lo strumento di un’ulteriore diffusione dell’ignoranza tra i giovani e dell’estensione del controllo sulle povere menti umane sempre più private di strumenti critici e di sensibilità tanto per i dolori quanto per le gioie umane.
Bologna 7 marzo 2023 giovanni ghiselli ore 16, 36
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