Trigeo domanda qual è la ragione di tale allontanamento degli dèi dai mortali.
Ermes risponde che la causa è la guerra polemei`n (211). La sfiducia reciproca tra Lakwnikoiv e jattikwnikoiv (215) ha condotto gli uni e gli altri a questa catastrofe che prosegue con uccisioni e distruzioni da dieci anni. C’è un gioco di parole: sarebbe come dire Russi e Ucrainussi.
Ermes teme che gli uomini non vedranno più la pace - Eijrhvnhn (221). Una profezia purtroppo azzeccata.
Polemo l’ha gettata in un antro profondo - oj Povlemo~ aujth;n ejnebal j eij~ a[ntron baquv- (223).
Quando un fenomeno sparisce, anche il più bello, gli uomini lo scordano prima, poi perdono la coscienza di che cosa sia. In questi giorni vogliono farci credere che salvare i naufraghi non era possibile: prima che il mare non era affrontabile dai mezzi di soccorso, poi che il pericolo non era stato segnalato. Questo è un precedente per lasciarne morire altri, se chi doveva dare l’ordine di soccorrere non pagherà per questa omissione che ha causato tante vittime. Negli ultimi 30 anni il popolo italiano è stato assuefatto a ogni tipo di ingiustizia: dalla precarietà del lavoro chiamata flessibilità, ai salari che non consentono di fare una vita dignitosa anche se si lavora.
Su quell’antro dove è reclusa la Pace Polemo ha per giunta ammucchiato una grande quantità di pietre perché non se ne possa più uscire.
Le pietre di oggi sono le menzogne che vogliono attribuire queste morti al destino e al mare, entrambi crudeli. Il mare come immagine dell’impassibilità del destino secondo un’immagine che si trova anche in Senilità di Svevo.
Per giunta Polemos ha portato un mortaio queivan di straordinaria grandezza (229 e medita di pestarci dentro le città - trivbein ejn aujth`/ ta;~ povlei~ bouleuvetai - 231. E’ il progetto di chi spedisce armi perché aumenti il numero dei morti e non invia navi per salvare le vite. Sono uomini pestelli come l’ateniese Cleone e lo spartano Brasida nominati più avanti.
Si sente Polemos che schiamazza. Quindi costui entra in scena con una maschera da fare spavento e un enorme mortaio tra le mani.
Trigeo nota la terribilità dello sguardo e di tutta la figura oJ deinov~ - (241). La guerra è orribile.
Il coro dell’ Edipo re invoca un rimedio a tanta bruttura: “o aurea figlia di Zeus,/ manda un aiuto dal bel volto - “eujw'pa pevmyon ajlkavn” (v. 189).
Polemos nomina il porto della Laconia Prasia gettando pravsa porri nel mortaio e minacciando i marinai di Prasiaiv-243. Sarebbe come minacciare i moscoviti schiacciando delle mosche.
Trigeo tira un sospiro di sollievo e rassicura gli spettatori dicendo “non è affar nostro”. .
Ma noi dopo John Donne sappiamo “for whom the bell tolls”, per chi suona la campana.
Quindi Polemos minaccia Megara che verrà anch’essa pestata nel mortaio e stritolata come l’aglio - skovrodon - prodotto dal suo territorio che viene schiacciato nel mortaio. Trigeo compiange i poveri Megaresi -
Compatimento per Megara e i suoi abitanti si trova già anche nella commedia Acarnesi (del 425). A un certo punto entra in scena un Megarese che, seguito da due ragazzine, dice:
" povere figlie di padre disgraziato"(731).
Quindi il babbo fa una domanda:
"volete essere vendute o soffrire dolorosamente la fame?
h] peinh'n kakw'ς ;
"vendute, vendute!" pepra'sqai pepra'sqai - gridano le fanciulle (734-735).
Segue una delle scene più tragiche del teatro greco. Il padre fa sapere alle figlie che le trasformerà in porcelline.
Dice loro: “mettetevi questi zoccoli di porci perché possiate sembrare figlie di una troia onesta - o{pw" de; doxei`t j ei\men - infinito dorico - ejx ajgaqa`" ujov" 741. Un buffo ossimoro tragico.
Altrimenti dovrete tornare a casa a soffrire la mala fame.
Insomma è la storia della prostituzione anche di quasi bambine che si accompagna sempre alla guerra (cfr La pelle di Malaparte e Filumena Maturano di Edoardo De Filippo.
Poi è la volta della rovina preannunciata alla Sicilia che verrà grattugiata. La grande isola produceva formaggio.
Quindi è il turno del miele attico to; mevli tajttikovn 352 che viene versato nel mortaio per significare lo spappolamento della regione.
Trigeo prova a scongiurare questo pestaggio dicendo che il miele attico è caro: tetrwvbolon - è da 4 oboli, perciò chiede feivdou 254, risparmialo! Ma Polemos non risponde.
giovanni ghiselli
Oggi the winter
of my discontent is over: ho potuto mangiare all’aperto prendendo il sole
poi anche scrivere fino quasi alle 18 abbronzandomi ancora. Sto preparando la
campagna di primavera. Ieri con gli amici si è progettato il viaggio ciclistico
in Grecia. Dormiremo negli ostelli sotto le stelle. Per scaramanzia aggiungo
quanto rispose la madre mia quando le
dissi di una quarantenne mia amica ancora bella: “finché dura!”. Baci
gianni il poverello di Pesaro che non può certo permettersi di andare a sciare. Abbronzato tuttavia. Chi vuol esser lieto sia.
gianni il poverello di Pesaro che non può certo permettersi di andare a sciare. Abbronzato tuttavia. Chi vuol esser lieto sia.
p. s.
Il catalogo è questo
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Il mese scorso9890
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