Nel quotidiano “la Repubblica” di oggi un’atleta ucraina campionessa europea del salto triplo detta una regola iniqua:
“Marina Bekh lasciateli fuori
il silenzio li rende complici di Putin” (pagina 84)
Non ho mai creduto che le colpe dei padri o delle madri ricadano sui figli, anche se Erodoto, Eschilo e Sofocle lo hanno scritto.
Tanto meno credo che le colpe di un capo di Stato si possano attribuire a milioni di ragazze e ragazzi di quello Stato.
Credo invece che l’esclusione delle atleta russe e degli atleti russi dai giochi olimpici, o anche soltanto il trattali in maniera diversa dagli altri agonisti, sia una discriminazione razzista e odiosissima.
Nemmeno Hitler arrivò a impedire o inceppare le gare di quanti non gli piacevano.
Bologna 29 marzo 2023 ore 16, 23 giovanni ghiselli
p. s
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