domenica 5 marzo 2023

La semplicità è inattuale, come tutto ciò che è naturale.


 

 La semplicità è  inattuale: Nietzsche avrebbe desiderato "come educatore un vero filosofo, che…insegnasse di nuovo ad essere, nel pensiero e nella vita, semplice e schietto, quindi inattuale nel senso più profondo della parola; infatti gli uomini oggi sono diventati così molteplici e complicati che debbono diventare insinceri tutte le volte che parlano, sostengono delle opinioni e secondo esse vogliono agire"[1].  

La semplicità è complessità risolta, tutt’altro che stupidità. La scomparsa della semplicità non è casuale. E’ voluta e programmata perché la gente non capisca e si senta incolpa se già predisposta all’intimidazione e all’umiliazione dalla povertà e dall’ignoranza.

Solo pochi esempi: l’uso continuo degli acronimi, magari di parole inglesi. Ci si può fare l’abitudine è vero, ma chi ama la lingua, il linguaggio doppiamente articolato in significanti shmaivnonta,  e significati shmainovmena[2], rifiuta queste mostruosità linguistiche.

Un altro esempio, sempre nel campo del linguaggio, di semplicità e di chiarezza abolita. La lingua nostra è spesso parlata in maniera incomprensibile o perché pronunciata male, in modo soggettivo e arbitrario o perché biascicata in fretta e confusamente. Il doppiaggio dei film che tempo fa era comprensibile o addirittura li migliorava adesso è in buona parte criticamente farfugliato. Credo che tutto questo sia voluto per rendere chi ascolta sempre meno capace e desideroso di comprendere, quindi per soffocare e gradualmente abolire la dialettica, la politica, il confronto e il dialogo. In definitiva si vuole eliminare la parrhsiva.  Dunque parlare in modo chiaro, corretto, magari elegante, cercare il bello con semplicità nella lingua parlata e scritta ora è un azzardo: si passa per superstiziosi bigotti di un culto superato dall’intelligenza  moderna: tecnologica, artificiale o innaturale che sia.

Bologna 5 marzo 2023 ore 11, 22.

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[1]F. Nietzsche, Considerazioni inattuali III, Schopenhauer come educatore , 2. E’ del 1874.

[2] Zenone stoico divise la dialettica in due parti: la prima si occupa dei significanti shmaivnonta, i suoni della parola, la seconda dei significati shmainovmena, il contenuto

Cfr. Il Saussure (Corso di linguistica generale, uscito postumo nel 1916) e lo strutturalismo di moda nel ’68 quando feci l’ultimo esame, quello di glottologia. Ci facevano studiare tutto a memoria senza che nessuno all’Università avesse mai indicato questo collegamento con gli Stoici quando ripetevano che la doppia articolazione costituisce una proprietà fondamentale del linguaggio verbale umano

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