Poco fa c’era in televisione un cronista che intervistava tre studenti del liceo Copernico di Bologna occupato. Due ragazzi e una ragazza dalle istanze plausibili. Tuttavia il loro procedimento era logico-astratto, non coglieva sempre il centro dei problemi.
Comunque anche troppo bravi data l’età, soprattutto la ragazza, Viola.
Cerco di fare e dare chiarezza su due parole chiave del dibattito.
Una è merito. Devo dire che non è cosa brutta. Certo va attribuito a chi fa meglio dove e quando le condizioni di partenza sono uguali per tutti. Chi si impegna di più, impara di più, chi è più generoso, intelligente, creativo, va ricompensato riconoscendone i meriti. Va additato come esempio.
Se tali qualità non vengono riconosciute e premiate, allora primeggiano i raccomandati e gli avvantaggiati in partenza.
L’altra parola è umiliazione che il ministro Valditara ha definito “un fattore fondamentale della crescita”.
Una definizione contraria alla verità effettuale, logica e linguistica. Umiliazione è mortificazione, interramento--cfr. humus-, è in definitiva sepoltura. Questa improvvida, sconsiderata uscita del ministro umilia lui stesso rivelandone le carenze etiche, educative e linguistiche.
Bologna 31 marzo 2023 ore 10, 30
giovanni ghiselli
p. s.
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