NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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domenica 26 marzo 2023

Seguire la natura come guida. Ma ognuno ha la sua.


Cicerone:"quam si sequemur ducem, numquam aberrabimus " (De Officiis , I, 1OO).

 

Seneca usa queste parole:"Sequitur ratio naturam. Quid est ergo ratio? Naturae imitatio. Quod est summum hominis bonum? Ex naturae voluntate se gerere " .( Epistole a Lucilio , 66), la ragione allora segue la natura. Che cosa è la ragione? Imitazione della natura. Qual è il sommo bene dell'uomo? Comportarsi secondo la volontà della natura.

 

Ma è una semplificazione perché ciascuno di noi ha la sua ratio e anche la natura non è uniforme. Allora ognuno cerca di imitare della Natura la parte che gli si confà o crede che gli sia congeniale o gli convenga, spesso sbagliandosi.

Pensate alla morte di Nerone che si sentiva un esteta e un artista, e faceva musica, scriveva e soprattutto recitava. Ma poi giunse a uccidersi dicendo: “Vivo deformiter, turpiter-ouj prevpei Nevrwni, ouj prevpei- nhvfein dei` ejn toi`~ toiouvtoi~--a[ge e[geire seautovn! (Svetonio, Neronis Vita, 49) , vivo in maniera orribile, vergognosa-bisogna stare attenti in simili circostanze, su svegliati!

 Poi sentì avvicinarsi degli uomini a cavallo e non potè fare a meno di recitare un verso dell’Iliade: “ i{ppwn m j wjkupovdwn ajmfi; ktuvpo~ ou[ata bavllei” (X, 535, parole attribuite a Nestore), di  pie’ veloci cavalli il frastuono mi percuote le orecchie

Quindi si cacciò un ferro nella gola ferrum iugulo adegit iuvante Epafrodito a libellis, aiutato da Epafrodito addetto alle suppliche.

 

Ha fatto l’attore fino all’ultimo e probabilmente era nato per fare proprio e solo questo. Non ne era del tutto ignaro. Quando gli astrologi gli predissero che prima o poi l’avrebbero deposto, Nerone disse: “to; tecnivon hjma`~ diaqrevfeiNeronis Vita, 40),  la  mia piccola arte mi darà da mangiare. Alludeva a quella del citarista, a lui grata come principe, necessaria come privato.

 

Ricorderete che Svetonio racconta anche l'ultima scena di Augusto il quale supremo die , fattisi mettere in ordine i capelli e le guance cascanti, domandò agli amici "ecquid iis videretur mimum vitae commode transegisse" (Augusti Vita, 99), se a loro sembrasse che  avesse recitato bene la farsa della vita, quindi chiese loro, in greco, degli applausi con la solita clausula delle commedie:" eij de; ti-e[coi kalw'" to; paivgnion, krovton dovte", se è andato un po’ bene questo scherzo, applaudite.

Poi li congedò e spirò tra i baci di Livia dicendole: “Livia, nostri coniugii memor vive, ac vale!”, Livia vivi ricordando la nostra unione e addio!

Augusto dunque, tanto vivendo quanto nell’ora della morte sua, non ha fatto solo l’attore.

Nerone  piacque molto ai Greci che lo rimpiansero a lungo dato che sono una natio comoeda.

Nerone  andò in Grecia per condurre cocchi, suonare la cetra, declamare e recitare poesie ( Cassio Dione, 63, 8). Roma infatti non gli bastava più: “ouj ga;r h[rkei aujtw'/ hJ   JRwvmh “ (63, 8), né il teatro di Pompeo, né oJ mevga~ iJppovdromo~ ; egli voleva vincere in tutti e quattro i grandi giochi, voleva diventare periodonivkh~.

Si portò dietro un esercito tanto numeroso che con esso avrebbe potuto conquistare la Partia, ma la truppa aveva come armi kiqavra~ te kai; plh'ktra proswpei'av te kai; embavta~, maschere e coturni. Si coprì di ridicolo (gelw'ta, 63, 9). Cantava, portava i capelli lunghi (thn; kefalh;n komw'nta) e il mento rasato.

Per giunta interpretava ruoli da mendicante, da cieco, da incestuoso, da matricida Edipo, Tieste, Ercole, Alcmeone, Oreste. Indossava maschere simili alle facce dei personaggi, o alla propria.  Naturalmente la folla e i soldati acclamavano Puqionivkhn te aujto;n kai;  jOlumpionivkhn kai; periodonivkhn pantonivkhn (63, 9).

Una volta un soldato rispose -tivktei- partorisce, a uno che gli aveva domandato tiv poiei' oJ aujtokravtwr; infatti interpretava la parte di Canace che ebbe un figlio dal fratello Macareo (Cassio Dione, 63, 10); Svetonio 21.  

Ai Greci oltretutto Nerone rese la libertà e tolse le tasse.

A Roma i possessori di monete d’oro lo odiavano perché le aveva svalutate in favore di quelle d’argento. Ma di questi fatti un’altra volta.

Bologna 26 marzo 2023 ore 20, 30 giovanni ghiselli

p. s.

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