Parmenide se la prese con il proprio occhio che vedeva il divenire: “guardatevi dal seguire l’occhio senza sguardo- a[skopon o{mma-, l’orecchio che echeggia e la lingua, e investigate soltanto con la forza del pensiero!”
I divkranoi di Parmenide sono i bicefali, che ammettono essere e non essere. Il filosofo eleatico (570- 475) dice che costoro mescolano i contrari in un guazzabuglio poiché la mancanza di risorse nei loro petti indirizza male la mente fuorviandola- ajmhcanivh ga;r ejn aujtw`n-sthvqesin ijquvnei plakto;n novon (frammento 6 Karst del poema Sulla Natura vv. 5-6).
Collego queste parole del filosofo presocratico a tre affermazioni del ministro degli Interni: la prima che non si devono affrontare i viaggi rischiosi se non si vuole morire o veder morire i figli.
Ecco la lettera: «La disperazione non può mai giustificare viaggi pericolosi”
La seconda è: “Il problema non è salvarli o non salvarli, il problema è non farli partire" .
La terza è una nuova perla di irrealismo, questa però buonista. “ Ho detto 'fermatevi, verremo a prendervi'”.
Il ministro dunque è arrivato a superare i divkranoi di Parmenide: è addirittura trivkrano~, come Cerbero (cfr. Sofocle Trachinie, 1098).
Non scrivo nulla che non sia testimoniato- ajmavrturon oujde;n gravfw.
Bologna 1 marzo 2023 ore 10
giovanni ghiselli
p. s.
Il greco appare traslitterato in facebook. Nel blog invece si legge.
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