Segue una serie di scene varie
La prima è un canto del coro: i vecchi contadini sperano che siano finite le tribolazioni sopportate per la guerra- ajnescovmhn pravgmata- 347 compresi i pagliericci invece dei letti imposti dall’ammiraglio e stratego Formione.
La pace mitigherà i ringiovanirà di molto i vecchi contadini liberati dalle noie. E’ durato a bastanza il tempo di venire ammazzati e logorati errando qua e là al Liceo e fuori dal Liceo con lancia e scudo : “kai; ga;r ijkano;n crovnon ajpolluvmeqa kai; katatetrimmeqa planwvmenoi eij~ Luvkeion kajk Lukeivou xu;n dori; kai; ajspivdi” (353-355). A bastanza: dunque “basta!”, satis.
Cfr. la vecchia regina di Troia quando in una cara tragedia di Euripide prega Odisseo: di non ammazzare la figlia Polissena con un trimetro giambico che è un'alta espressione di umanesimo in favore della vita:"mhde; ktavnhte: tw'n teqnhkovtwn a{li" " (Ecuba v. 278), non ammazzatela: ce ne sono stati abbastanza di morti.
Ora pare che questa guerra atroce che ha già fatto centinaia di migliaia di morti non debba finire mai siccome c’è ancora chi non ne ha avuto a bastanza. Siano costoro ad andare a combattere da una parte e dall’altra. Il pericolo di oggi è che se Stati Uniti ed Europa seguiteranno a inviare armi all’Ucraina, spingeranno la Cina a fare altrettanto con la Russia.
Il Liceo dunque era anche adibito a piazza d’armi.
Ora vediamo la conclusione di questo canto del coro il quale chiede a Trigeo che cosa debba fare per riuscirgli gradito al massimo, dal momento che una qualche buona fortuna ajgaqhv ti~ tuvch lo ha reso aujtokravtor jdei contadini attici (357-360)
Bologna 20 marzo 2023 ore 17, 51
giovanni ghiselli
p. s.
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